La rivincita dei berries, vendite esplose a Milano e Bergamo

Il grossista Fumagalli: «Marzo è stato il mese migliore dell'ultimo decennio»

La rivincita dei berries, vendite esplose a Milano e Bergamo
Nel corso dell'ultimo anno, le restrizioni al settore dell’Horeca non hanno impattato in maniera negativa sui consumi di piccoli frutti. Parola di Marco Fumagalli, titolare della ditta grossista Fumagalli - specializzata in fragole e berries - che opera presso i mercati generali di Milano e Bergamo: "Stiamo lavorando molto bene con i frutti di bosco da più di un anno - dice a Italiafruit News - Gli unici problemi li abbiamo avuti l'anno scorso nelle 2-3 settimane successive allo scoppio della pandemia. Poi si è verificato un continuo aumento dei consumi”.

“Per la categoria dei berries, il pezzo forte sono le pasticcerie. Le quali hanno quasi sempre lavorato tramite l'asporto. Inoltre, i privati stanno acquistando soprattutto i mirtilli con continuità, tutti i giorni - continua - Di conseguenza, per quanto ci riguarda, non abbiamo registrato flessioni a livello di vendite. Anzi, devo dire che la nostra azienda nell’ultimo anno ha registrato un aumento del fatturato per i piccoli frutti. La performance migliore c’è stata nel mese di marzo 2021, quando la domanda di mirtilli ha raggiunto il picco massimo degli ultimi 10 anni". 


Marco Fumagalli 

I berries, come osserva l'operatore, sono diventati ormai prodotti di consumo quotidiano nel Nord Italia. “Il mirtillo è trainante per la categoria: negli ultimi anni, ha superato nettamente il lampone nei consumi, per effetto della sua lunga shelf life che lo rende molto più gestibile nella fase di vendita. Se fino a qualche anno fa, noi vendevano molti più lamponi rispetto ai mirtilli, oggi la situazione si è capovolta".

Il lampone rimane comunque, dopo il mirtillo, il frutto di bosco più richiesto. Mentre ribes e more continuano a rappresentare quote di vendita più marginali. “Negli ultimi tre mesi, abbiamo raggiunto ottimi risultati con mirtilli e lamponi, i cui prezzi sono sono rimasti mediamente costanti. Adesso si registra una forte carenza di ribes, che ha determinato un aumento del prezzo di mercato fino a 30 euro il chilo - conclude Fumagalli - Si tratta di una situazione sistematica che notiamo tutti gli anni. In primavera, non appena l'offerta di ribes diventa carente, le quotazioni esplodono per poi crollare verso metà giugno, in seguito all'ingresso sul mercato delle prime produzioni italiane". 



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