Lavoro sotto il solleone, ordinanza anche in Calabria

E i sindacati rilanciano: «Bene il provvedimento, ma servono controlli mirati»

Lavoro sotto il solleone, ordinanza anche in Calabria
Dopo la Puglia, la Calabria. Un'altra Regione del Sud, in vista di un'estate bollente, vara un provvedimento per vietare il lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata. Nelle scorse settimane, dopo la tragica morte del bracciante africano Camara Fantamadi, il governatore della Puglia Michele Emiliano aveva emanato un'ordinanza (clicca qui per leggere la notizia) per disporre il divieto di "lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00 con fino al 31 agosto 2021".

Ora anche il collega Nino Spirlì, alla guida della Regione Calabria, ha firmato un provvedimento simile, in materia di igiene e sanità pubblica, inerente all’attività lavorativa nel settore agricolo in condizioni di esposizione prolungata al sole.



"È vietato – è scritto nell’ordinanza calabrese – il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle 12.30 alle ore 16 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole attivita-fisica-alta/ riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio alto”.

Nel provvedimento si considera che "l’eccezionale ondata di caldo, caratterizzata da fasi in cui le temperature risultano particolarmente elevate, rendono rischioso lo svolgimento dell’attività lavorativa, soprattutto nei settori per i quali il lavoro viene svolto prevalentemente in ambiente esterno". Viene inoltre sottolineato che "il lavoro nel settore agricolo è svolto essenzialmente all’aperto, senza possibilità per i lavoratori di ripararsi dal sole e dalla calura nei momenti della giornata caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura".

In Puglia, intanto, dopo il provvedimento varato dalla Regione intervengono i sindacati. "Quella di Emiliano è una ordinanza di civiltà, ma insufficiente a risolvere il fenomeno senza un intervento di sistema sul piano della sicurezza nei luoghi di lavoro in tutti i settori e che coinvolga gli organismi deputati alla prevenzione e al controllo - ha detto Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia - occorre soprattutto quel cambio di passo culturale delle imprese sul piano degli investimenti in sicurezza".

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