Siccità ed eventi improvvisi, come prevenire

Il futuro passa da un'agricoltura di precisione, integrata e biologica

Siccità ed eventi improvvisi, come prevenire
Maxi grandine, trombe d’aria ma anche siccità, temperature che superano i 40 gradi e intere coltivazioni bruciate dal sole. Gli eventi climatici estremi e fuori stagione sembrano dominare la nostra epoca, e a pagarne le conseguenze sono sempre di più le produzioni in campo aperto, soggette agli eventi naturali.
Fortunatamente sono sempre di più gli strumenti, le tecnologie e i servizi a disposizione dei produttori per supportare le azioni da adottare in campo, primi fra tutti i moderni droni e le costellazioni di satelliti disponibili per il monitoraggio da remoto dei diversi parametri meteo-climatici e delle coltivazioni. 



Tra i più autorevoli servizi a cui i professionisti del settore possono affidarsi ci sono le analisi e previsioni dell’Osservatorio della siccità dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBE-CNR). 
“Il nostro Osservatorio integra set di dati globali di pioggia, temperatura e di stato di salute della vegetazione da satellite, producendo indici in grado di monitorare lo sviluppo e l’intensità di un evento siccitoso in una determinata area e stimandone l’evoluzione” spiega a Italiafruit News Ramona Magno, responsabile dell’Osservatorio.
E continua: “Grazie a questi indici, possiamo fornire un quadro della situazione in quasi-real time, con cadenze da 10 giorni a 4 settimane. Entro metà mese, forniamo inoltre un bollettino (disponibile a questa paginache mostra la situazione climatica del mese precedente con ulteriori dettagli e commenti”.
In particolare, gli indici di precipitazione esaminano eventuali deficit nel lungo, medio e breve periodo (12-6-3 mesi).



Qual è la situazione attuale? “Negli ultimi tre mesi, fino a fine giugno, abbiamo registrato una siccità intensa per buona parte del territorio italiano, soprattutto in zone del Centro Sud e del settore Adriatico, dall’Emilia Romagna alla Puglia, e su parte dell’arco alpino. Si tratta di una situazione che va avanti dalla primavera. Infatti questo è un anno anomalo, con un inverno dalle precipitazioni, anche nevose, sopra la media, ma temperature più alte del normale. In primavera, invece, ha piovuto meno e le temperature sono rimaste sotto la media. Il mese di giugno è stato il quarto più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, (+2°C rispetto alla media del periodo), e decisamente più secco.
La contrazione delle piogge, unitamente all’aumento dell’evapotraspirazione durante il periodo primaverile-estivo, sono due fattori che impattano fortemente sull’andamento agricolo.
In Puglia ad esempio, hanno dovuto ricorrere all’irrigazione di soccorso anche per ulivo e vite, pur avendo un forte calo delle risorse idriche disponibili”.

Siccità, l’importanza di saper distinguere



Indice VHI del periodo 26 giugno-11 luglio che indica condizioni di stress
della vegetazione dovute sia alle temperature che alla scarsa disponibilità di acqua



Oggi è anche importante saper distinguere tra le diverse tendenze siccitose. Come sottolinea Magno, possiamo trovarci di fronte ad una siccità di lungo periodo, che inizia in autunno/inverno e si protrae nelle stagioni successive andando ad intaccare le risorse idriche superficiali e sotterranee, oppure ad una siccità flash: “quest’ultima si registra nel periodo primaverile/estivo ed è caratterizzata da una forte riduzione delle piogge concomitante con ondate di calore, vento e scarsa umidità”.
Sempre più spesso oggi ci troviamo di fronte a quest’ultimo fenomeno: “La siccità flash si sviluppa in 2-4 settimane e può avere un forte impatto sulle colture primaverili ed estive, come abbiamo visto a giugno - specifica la responsabile dell’Osservatorio – Inoltre, dall’inizio degli anni Duemila, ogni 3/4 anni si verifica una forte siccità come quelle del 2011/2012, 2016/2017 e l’ultima di quest’anno, con danni al settore agricolo di miliardi di euro”.


Previsioni per i prossimi mesi



Indice SPI di precipitazione per i 3 mesi aprile-giugno


Periodi caldi e asciutti al Centro sud, al Nord alternanza tra periodi caldi e altri perturbati. Queste le previsioni suggerite dall’Osservatorio per agosto e settembre.
“E’ una situazione simile a quella che si sta verificando anche ora, con precipitazioni anche forti, ma localizzate, e grandine – precisa Magno – Si tratta di fenomeni deleteri per l’agricoltura e che comunque non sono sufficienti per colmare il deficit di pioggia.”

Scenari futuri


“Al contrario di quanto si possa pensare, la siccità non è un fenomeno che riguarda solo il Sud, ma può verificarsi a qualsiasi latitudine e zona, come ad esempio l’Emilia Romagna ed in generale la Pianura Padana, dove il comparto agricolo è fortemente radicato, ne soffrono ormai da diversi anni. Certamente il Mediterraneo è indicato come una delle regioni più vulnerabili rispetto all’aumento degli eventi estremi, siccità e ondate di calore in primis, e dove la risorsa idrica è più a rischio. Studi sugli scenari climatici stimano che nel 2080 la portata dei fiumi potrebbe ridursi fino al 40%, a cui si deve aggiungere un ulteriore 10-15% dovuto ai prelievi antropici per usi irrigui ma non solo”.


Indice TCI del periodo 26 giugno-11 luglio che indica condizioni di stress dovute alle temperature

Agricoltura sostenibile e di precisione come via d’uscita

Se è vero che avere il controllo su un evento siccitoso è impossibile, è pur vero che è possibile mitigarne gli impatti sul settore agricolo con strategie e piani appropriati, in particolare riguardo una gestione più sostenibile della risorsa idrica, in modo da soddisfare comunque la domanda dei consumatori.
“Come stiamo vedendo in questo periodo, oggigiorno anche le colture seccagne come olivo e vite possono aver bisogno dell’irrigazione di soccorso - dice Magno - ma la risorsa si fa sempre più limitata. Una soluzione per mantenere l’equilibrio fra domanda e disponibilità idrica, sostenendo ed aumentando le rese delle colture, è l’uso di tecnologie e strumenti quali droni, satelliti ed applicazioni per apparecchi mobili: queste permettono di ottimizzare l’irrigazione e razionalizzare la distribuzione di pesticidi e concimi nelle porzioni di campo dove sono veramente necessari”.


Come fare prevenzione

Come possiamo adattarci ai cambiamenti climatici? “I fenomeni in atto difficilmente potranno arrestarsi o quanto meno non lo faranno in tempi brevi, a meno di un profondo cambiamento sia nelle scelte politiche ed economiche sia nei comportamenti individuali e collettivi dei produttori e dei consumatori, ma quello che possiamo fare nell’immediato è adattarci - dice Magno - L’unico orizzonte possibile è andare verso un’agricoltura di precisione, integrata e biologica che consenta una gestione sostenibile dell’acqua e del suolo tramite l’adozione di tecniche colturali più conservative, il controllo delle specie invasive, la diversificazione dei sistemi agro-pastorali, l’uso di colture più resistenti alla siccità, misure di conservazione dell’acqua nonché interventi strutturali volti alla riduzione delle perdite”.
Misure queste che, secondo la responsabile dell’Osservatorio Siccità, devono connettersi con le conoscenze tecnico-scientifiche ed integrarsi con le decisioni a livello regionale e nazionale per consentire il passaggio da un approccio reattivo di gestione della crisi ad un approccio proattivo di gestione del rischio. “Perché le soluzioni abbiano maggiore garanzia di successo, ci dev’essere una perfetta collaborazione tra mondo scientifico, politico ed agricolo, come già accade, ad esempio, nel caso dell’Arpae Emilia Romagna”. 

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