Pere, di male in peggio

Produttori in balia di cimice asiatica e psilla. I prezzi alti non bastano

Pere, di male in peggio
I pericoltori italiani hanno ormai archiviato gli stacchi delle William e stanno cominciando a pensare alle raccolte delle Decana e delle Abate Fetel. A dominare è il malumore dopo il gelo primaverile che ha falcidiato i raccolti. E non solo in Italia. 

Produzione europea ai minimi 
Come ha sottolineato Philippe Binard, segretario generale della Wapa - World apple and pear association, ndr - in occasione di Prognosfruit: “La produzione dell'Ue è stimata a 1,604 milioni di tonnellate, in riduzione del 28% rispetto allo scorso anno e del 27% rispetto al triennio media. Si tratta del raccolto decennale più piccolo per le pere”. Riguardo alle varietà è attesa una contrazione dei volumi di Conference pari al 18%, a quota 805mila tonnellate, e del 75% per l'Abate Fetel che si attesterà sulle 66mila tonnellate (circa 49mila in Italia) nella migliore delle ipotesi.

Produzione europea di pere per Paese (fonte: Wapa/Prognosfruit)


OI Pera: William da vendere dopo il 10 settembre
A livello italiano, gli ultimi aggiornamenti d'inizio agosto confermano una situazione produttiva altamente deficitaria, come spiega in una nota l’OI Pera: “Con circa 213mila tonnellate, l’offerta prevista per quest’anno si attesta sul minimo storico, registrando un -65% rispetto all’anno precedente, già segnato da produzioni al di sotto della norma”. Al deficit produttivo dell’Italia si aggiunge il calo del 25% previsto in Belgio (295mila tonnellate) e del 19% in Olanda (325mila tonnellate). Risultano fortemente penalizzate anche le produzioni della Francia, che non raggiungeranno le 60mila tonnellate, quasi il 60% in meno rispetto al 2020.

“I dati nella sostanza non differiscono dalle prime stime di giugno. Le gelate hanno creato danni ingentissimi sia in termini quantitativi ma anche qualitativi, resi ancora più pesanti dalla presenza della maculatura bruna e soprattutto della cimice asiatica”, ha sintetizzato Gianni Amidei, presidente dell’OI Pera nell’invitare le aziende italiane del comparto ad aspettare i giusti tempi per l’immissione sul mercato della merce stoccata, a partire dalla William che si è da poco finita di raccogliere. “Per poter distribuire la William con un giusto grado Brix, che appaghi e gratifichi il consumatore, quest’anno sarebbe necessario immetterla sul mercato dopo il 10 settembre, associando il giusto grado zuccherino alla giusta consistenza al consumo. Questo è l’importante invito che OI Pera rivolge a tutto il mondo produttivo e commerciale della pera”.

Produzione europea di pere per varietà (fonte: Wapa/Prognosfruit) 


Cimice asiatica e psilla, due problemi sempre più pesanti
La scarsità dei raccolti in Italia sta favorendo il raggiungimento di prezzi molto sostenuti in campagna, come conferma a Italiafruit News Nicola Servadei, responsabile frutticolo di Confagricoltura Ravenna. “Per quanto riguarda la William, la produzione nel nostro territorio – dice – ha fatto registrare un danno da gelo intorno al 60% rispetto al potenziale produttivo. A questo si devono aggiungere l'impatto della cimice asiatica che, negli impianti non protetti da reti antinsetto, ha generato perdite del 40-50% sulla produzione disponibile e l’esplosione degli attacchi della psilla su tutte le varietà di pero. Sono state raccolte poche William e, di conseguenza, le quotazioni all’origine sono ottime: stiamo parlando di 0,80-0,90 euro il chilo per la prima categoria e di 0,4-0,5 euro il chilo per il prodotto destinato all'industria", precisa Servadei.

"Quest’anno in Italia ci sono pochissime pere: questo è il problema generalizzato della stagione in corso – prosegue Servadei – Le produzioni sono state falcidiate dalle gelate tardive e si deve registrare il ritorno a livelli preoccupanti della cimice asiatica, la quale sta colpendo più colture, nonché danni diffusi causati dalla maculatura bruna e purtroppo anche dalla psilla del pero".

Per l’Abate Fetel, che si raccoglierà tra pochi giorni, le aziende del Nord Italia parlano di quantità irrisorie, in calo dal 70 all'80% senza contare l’azione degli insetti. "E’ lecito aspettarsi prezzi molto alti per l'Abate, anche perchè la situazione della cimice asiatica sta peggiorando di giorno in giorno, andando ad interessare anche zone che finora non avevano mai avuto problemi - conclude il responsabile frutticolo - In ogni caso, la stragrande maggioranza dei produttori di pere non riuscirà a compensare il crollo della Plv per ettaro".

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