«Gelo, gli imprenditori non chiedono sussidi»

Il produttore Rivalta: «L'antibrina va montato con l'antigrandine»

«Gelo, gli imprenditori non chiedono sussidi»
Tantissime aziende frutticole sono in difficoltà a causa del gelo primaverile che ha devastato i raccolti. Ieri su queste pagine è intervenuto il produttore Carlo Alberto Roncarati, criticando l’immobilismo del Governo nei confronti della mancata definizione di sostegni adeguati a favore delle imprese colpite (clicca qui per leggere l'articolo).

In Italia c’è però anche chi la pensa diversamente e non è favorevole alla linea dell’assistenzialismo. Uno di questi è il ravennate Stefano Rivalta, 62 anni, un passato da dirigente bancario e un Master in Economia in mano: “Faccio l’imprenditore agricolo da quando ho 40 anni – racconta a Italiafruit News – Coltivo nettarine e susine Angeleno su 20 ettari e ho scelto di proteggere fin da subito tutti i miei frutteti con impianti antibrina e antigrandine. In ognuna delle brinate verificatesi in Romagna dagli anni Duemila ad oggi (2003, 2008, 2020 e 2021) ho sempre salvato le produzioni e non ho mai avuto problemi”.

Una premessa doverosa perché Rivalta – grande appassionato di matematica e meteorologia – si considera un imprenditore proprio per aver investito nella messa a punto di un sistema completo di difesa attivo contro le intemperie climatiche: “I libri di economia ci insegnano che l’imprenditore è colui il quale assembla e coordina i fattori della produzione e gestisce i rischi. Qualunque frutticoltore che non prova a gestire il rischio atmosferico con l’installazione di sistemi di difesa attiva o con la stipula di assicurazioni non può quindi ritenersi un vero imprenditore agricolo. E' piuttosto un dilettante e, soprattutto, non dovrebbe permettersi di avanzare richieste di aiuto al Governo”.



Rivalta tiene inoltre ad evidenziare l’assoluta importanza di combinare l’antibrina con la rete antigrandine, sempre nell’ottica di fare realmente gli imprenditori. Una soluzione che anche le Regioni italiane, attraverso le misure dei Psr, dovrebbero valutare: “Ha poco senso incentivare i frutticoltori a realizzare un impianto antibrina solo su una porzione marginale dell’appezzamento. Così non si combatte il rischio gelo". 

"Tutte le aziende  prosegue  devono essere poi consapevoli che un sistema d'irrigazione antibrina è estremamente complesso da gestire a livello operativo, perchè gli elementi e le variabili che entrano in gioco sono innumerevoli. E’ una sorta di centrale nucleale: non bisogna sbagliare niente per avere risultati. Ecco perché è fondamentale che chi monta l’antibrina venga adeguatamente educato al suo utilizzo. Il problema è che oggi i soggetti in grado di divulgare tali conoscenze tecniche sono pochi”.

La difesa dal gelo può passare anche dall’introduzione dei ventoloni, che però sono meno efficaci rispetto all’antibrina. “Il ventolone è di per sé una soluzione debole per difendersi dalle brinate. Per alzare la sua efficacia  conclude il produttore  le aziende devono accendere fuochi e, soprattutto, impiegare le reti frangivento”. 

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