Castagne al via, disastro ma non per tutti

Con gli impianti di pianura si fa reddito. «Bouche de Betizac è una macchina della guerra»

Castagne al via, disastro ma non per tutti
Si prospetta un’annata disastrosa in termini produttivi e qualitativi per le castagne italiane, afflitte da siccità e cidie. Ma non per tutte. Ancora una volta è l’ibrido euro-giapponese Bouche de Betizac, coltivato in impianti specializzati dotati di sistemi d’irrigazione, a distinguersi dalla massa. 

“I castagneti in piena produzione di Bouche de Betizac ci stanno donando una resa elevata, attorno agli 80 quintali per ettaro, con una ottima pezzatura media pari a 35 frutti al chilo. Anche la lucentezza e la qualità interna sono al top”, spiega a Italiafruit News Erasmo Notaro, consulente e responsabile tecnico di un partenariato tra sei imprese castanicole dell’agro pianeggiante di Teano-Vairano (Caserta): Antonio Notaro, Rusciano, Marrese, Napoletano, D’Andrea e Parente.



“Il quadro climatico della campagna è disastroso in Campania, così come nella maggior parte delle aree castanicole d’Italia. Basti pensare che qui nel Casertano non piove dal 12 maggio. La carenza di pioggia ha ridotto al minimo il potenziale produttivo dei castagneti tipici delle zone collinari e montane, determinando inoltre la prevalenza di frutti di piccolo calibro sui quali si è scatenata la cidia”. 

La situazione è esattamente inversa per le Bouche de Betizac delle pianure casertane, dove la raccolta è partita il 7 settembre scorso. Una data che segna l’avvio ufficiale della stagione castanicola italiana ed europea. “Bouche de Betizac è davvero una macchina da guerra: anche quest’anno, infatti, saremo in grado di disporre di ottime quantità, pezzature e qualità – sottolinea ancora Notaro – I nostri impianti vengono gestiti a tutti gli effetti come dei frutteti specializzati, realizzando quindi tutte le pratiche agronomiche necessarie per l’irrigazione e la difesa da malattie fungine ed insetti. Non va poi dimenticata l’importanza della corretta gestione del suolo, delle concimazioni e della potatura. Tutte attività fondamentali che occorre praticare per poter ottenere sia le rese che la qualità”.


Giovane impianto di Bouche de Betizac

Le Bouche de Betizac delle sei imprese partner non solo belle e buone, ma anche a basso impatto ambientale. Perché realizzate con l’apporto di concimi di natura esclusivamente organica. L’intera produzione - circa 700 quintali - sarà conferita al partner commerciale Manzi srl di Quindici (Avellino), colosso del commercio di castagne che opera a livello internazionale. “Se oggi siamo una squadra vincente è grazie al nostro allenatore: l’esperto di castanicoltura Guido Bassi (Vivai Bassi di Cuneo), a cui ci appoggiamo da sempre per poter coltivare Bouche de Betizac nella maniera migliore possibile”. 

“Per l’anno prossimo – conclude Notaro – è in programma l’acquisto della macchina Semek, prototipo della Facma, in modo da cominciare a raccogliere meccanicamente i frutti. L’uso del mezzo sarà condiviso dalle 6 aziende”.

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