Biodistretto, referendum flop in Trentino. Nuovi progetti

Dalpiaz (Apot): “Scarsa affluenza anche per il dibattito polarizzato sulla frutticoltura”

Biodistretto, referendum flop in Trentino. Nuovi progetti
Il referendum era sulla creazione del biodistretto del Trentino, ma la campagna referendaria – a tratti – è sembrata più una crociata contro la frutticoltura e la viticoltura, due dei motori economici della Provincia, che l'inizio di un percorso per una nuova gestione delle risorse. Sarà stato anche per questo che domenica 26 settembre la chiamata alle urne ha fatto flop: l'affluenza si è fermata al 15,58%, mentre il quorum da raggiungere era il 40%.

Il tema del Distretto Biologico Trentino è una interessante possibilità per la valorizzazione territoriale, prodotti agricoli compresi, pone l'accento sulla sostenibilità del settore primario ma, come fa notare il direttore di Apot Alessandro Dalpiaz, non si è fatto quel passo in più per coinvolgere tutta la società trentina. Insomma, c'è stata una polarizzazione del dibattito che alla fine ha contribuito al magro risultato.



“La qualità della vita in Trentino è alta, prima del voto c'è stato un continuo richiamo al ruolo della frutticoltura, sembrava quasi un referendum per il biologico, almeno così molti cittadini l'hanno inteso – analizza Dalpiaz - anche se gli stessi promotori hanno precisato che il fine era un altro. Fatto sta che sono passati concetti sbagliati, a molti è parso un referendum contro la frutticoltura, è stato derubricato a referendum per l'obbligo del bio e questa è stata una delle concause della scarsa affluenza al voto. Sei si fosse comunicato meglio, se si fosse coinvolta tutta la comunità promuovendo un impegno per sviluppare qualità nell'ambiente, nell'economia e nella società, allora il risultato sarebbe stato diverso. Una visione un po' troppo semplicistica dei fattori in gioco ha diminuito di molto l'efficacia del referendum”.

Ma le esperienze virtuose per far crescere il territorio non mancano, come il progetto del Trentino Frutticolo Sostenibile. “Noi andremo avanti con i nostri progetti: sappiamo bene che c’è ancora molto da fare – aggiunge il direttore di Apot – Ma la logica non è quella di essere pro o contro l'agricoltura o qualunque altro settore: anche noi stiamo ragionando su una ipotesi di costituzione di un distretto, ma con un concetto ampio e partecipativo delle diverse espressioni della comunità del territorio eventualmente coinvolto".

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