«Tsunami materie prime, produttori ad alto rischio»

Convegno "Strategia Farm to Fork e Pac", Farinetti: «Sovranismo alimentare assurdo»

«Tsunami materie prime, produttori ad alto rischio»
Tanti spunti da "Strategia Farm to Fork e Politica Agricola Comune nella prossima programmazione UE 2021-2027", il convegno realizzato in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia ospitato da Eataly a Roma. "Subiremo un vero e proprio tsunami causato dall'aumento del costo delle materie prime", ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, "Farm to Fork coinvolge tutta la filiera, agricoltori e industria di trasformazione; l'export negli ultimi 10 anni ha raddoppiato il fatturato e l'80% viene dall'industria di trasformazione. Per questo - ha aggiunto - sono preoccupato perché la Farm to Fork è ideologica: arrivare entro al 2030 al 25% del biologico è molto complesso. C'è un problema di assorbimento del mercato di quanto viene prodotto nel biologico e la conseguenza ricade sul consumatore. C'è un costo da pagare inevitabile per l'ultimo passaggio della catena".



Sferzante il patron di Eataly Oscar Farinetti: "L’agricoltura è un settore fondamentale per l’Ue e l’Europa si è mossa bene in campo agricolo, ma bisogna lavorare su tutta la filiera. Però non dobbiamo fare propaganda ma portare l’agricoltura sulla giusta strada. Sbagliato dire che siamo i migliori in tutto, invitare a mangiare solo italiano per poi voler esportare i nostri prodotti: il sovranismo alimentare va combattuto, è illogico. Ci sono prodotti straordinari in tutto il mondo, siamo fortunati ad averne di più solo perché siamo nati in Italia”. Farinetti ha spiegato che gli Eataly all'estero stanno avendo grande successo: "Stiamo portando la ristorazione e la biodiversità italiana nel mondo, bisogna raccontare i nostri prodotti senza sciovinismi".

Per Herber Dorfmann, parlamentare europeo, membro della Commissione Agricoltura "la strategia Farm to Fork si concentra troppo sull’agricoltura e considera meno il resto della filiera: bisogna invece vedere la catena alimentare nel suo insieme, quindi fare un’analisi che vada dal produttore al trasformatore fino al distributore e al consumatore". E ha aggiunto: "La strategia non parla della biologico, ma se si vuole il 25% di superficie bio occorre che ci sia un piano. Qualche deficit serio c’è, quindi".

”La produzione diventerà più costosa per gli agricoltori con il potenziamento della sostenibilità - ha detto ancora Dorfmann - quindi o si aumenta il costo degli alimenti oppure si pensa ad una ridistribuzione del valore lungo la catena; negli ultimi 10 anni la Gdo non ha fatto niente per rendere più equa la suddivisione, abbiamo dovuto fare la legge. E poi va informato adeguatamente il consumatore senza ricorrere al nutriscore".  

"Si va verso una drastica riduzione del reddito dei produttori, questa politica agricola colpirà le aziende che lavorano seriamente per arrivare sul mercato", ha denunciato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. "I prezzi dei prodotti energetici hanno ripreso a salire e i costi di produzione delle imprese agricole rischiano di finire definitivamente fuori controllo. In campo abbiamo già registrato percentuali di aumento senza precedenti nell’ordine del 100%. Mentre le grandi multinazionali puntano a omologare le diete a livello mondiale”.


 
Roberto Moncalvo di Coldiretti ha indicato tra i punti di forza di Farm to For le Nbt, le tecniche di evoluzione assistita e il tema della reciprocità sugli standard delle importazioni. Negativo invece il tema etichettatura col nutriscore, "con algoritmo che dice cosa è buono o male."

Per Luca Brunelli di Cia, invece, le tensioni economiche sono dovute a Paesi come la Cina che "in modo strategico fa mancare materie prime e crea problemi logistici". "Serve un progetto agricolo", ha concluso.

Luigi Scordamaglia, Ad di Filiera Italia ha fatto dei distinguo sulla sostenibilità: "30 milioni di tonnellate equivalenti emessi dall’agricoltura italiana, contro i 77 della Francia 77 e i 60 della Germania. Poi c’è il -32% di pesticidi, -15% fertilizzanti chimici, -30% antibiotici in zootecnia. Non siamo tutti sullo stesso livello allora: noi ci avviciniamo più di tutti al biologico". 
"La strada maestra è quella dell’innovazione - ha concluso - siamo punto di riferimento mondiale per l’agricoltura di precisione e leader con i robot nella trasformazione. Attenzione però: se l’Ue riduce la produzione agricola del 15% andiamo incontro ad una profonda instabilità globale".

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