«Melagrane italiane per 12 mesi l'anno»

«Melagrane italiane per 12 mesi l'anno»
Melagrana fresca italiana per 12 mesi l’anno. Non è un'utopia, ma potrebbe diventare presto realtà. A lavorare in questa direzione è Masseria Fruttirossi – azienda pugliese titolare del brand Lome Super Fruit – che ha avviato una collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Bari per la selezione di varietà tardive che, attraverso la corretta frigo-conservazione, possano “allungare” fino ai mesi estivi il calendario della campagna commerciale del prodotto nazionale. La novità è stata annunciata da Dario De Lisi, responsabile commerciale, in occasione dell’incontro online “Melagrana italiana: mercato, tecnologie e nuove opportunità di valorizzazione”, organizzato venerdì scorso dalla nostra testata.

“Oggi riusciamo potenzialmente ad offrire melagrane italiane per 7-8 mesi l’anno, partendo da settembre con le varietà ultraprecoci Emek e Shany. Ma l’obiettivo del nostro progetto è quello di arrivare a 12 mesi. Questa sarebbe una novità assoluta e credo molto interessante sia per i consumatori che per il trade”, ha detto De Lisi. 

Masseria Fruttirossi oggi è in grado di conservare correttamente la varietà Wonderful per 5-6 mesi dalla raccolta, quindi fino a marzo-aprile. Con l’introduzione di nuove varietà tardive, l’azienda potrebbe tecnicamente presiedere il mercato fino all’estate. L’espansione del periodo commerciale è un aspetto di grande interesse per i player della grande distribuzione italiana, come ha confermato Matteo Figna, category manager ortofrutta di Carrefour Italia. “Noi da qualche anno abbiamo sposato e colto la richiesta dei consumatori di avere più prodotto italiano nei nostri punti vendita. Per rispondere a questa esigenza stiamo facendo accordi commerciali con realtà di media e piccola dimensione per la consegna giornaliera di melagrane locali. Cerchiamo sempre di avere in assortimento prodotto nazionale fino a quando la produzione è disponibile. Nel momento in cui l’offerta italiana viene mancare per questioni di stagionalità, ci affidiamo invece alla nostra Centrale Acquisti spagnola per poter distribuire prodotto estero, facendo ovviamente tutti i dovuti controlli e selezionando i fornitori esteri”.



“Il fatto di poter restare sul mercato per molti più mesi è un vantaggio strategico notevole”, ha commentato Giancarlo Colelli, professore di Impianti per le operazioni post-raccolta all'Università di Foggia. “Il frutto si può conservare per diversi mesi attraverso il controllo e la gestione di parametri della temperatura e dell’umidità relativa; un aspetto, quest’ultimo, che spesso viene molto trascurato. Il mantenimento di un livello igrometrico importante all’interno delle camere di conservazione garantisce infatti la non perdita del peso ed la conservazione del prodotto in ottime condizioni per tempi più lunghi”.

Negli ultimi anni, inoltre, l’Università di Foggia sta studiando in situazioni reali la strategia della conservazione in impianti ad atmosfera controllata, sistema utilizzato da Masseria Fruttirossi. “In questo caso, la riduzione dell’ossigeno va accompagnata con l’aumento dell’anidride carbonica a livelli del 10%. L’anidride carbonica svolge una funzione fungistatica, mantenendo il prodotto molto più libero da sviluppi microbici che rappresentano una delle cause limitanti della lunga conservazione”. 

In ottica futura, la filiera italiana non dovrebbe perdere di vista la priorità di sviluppare i consumi, facendo diventare la melagrana un frutto mangiato abitualmente dalle persone per la sua bontà – e quindi non solo per le sue eccezionali proprietà nutrizionali – come una mela, una pera o un kiwi. A questo proposito Roberto Della Casa, direttore scientifico del Monitor Ortofrutta di Agroter, ha sottolineato come il sistema produttivo dovrebbe puntare all’obiettivo di rendere distintiva la propria qualità: “Bisogna seguire il modello delle mele italiane, dove lo standard qualitativo e la disponibilità di prodotto sono tali che i consumatori preferiscono sempre il prodotto italiano. La differenza si fa con una qualità distintiva”.

Il percorso di aumento dei consumi del frutto tal quale va poi sostenuto, di pari passo, con la crescita del mercato dei prodotti-servizio: “Sono convinto – ha sottolineato Figna – che le vaschette di arilli già pronti e le spremute fresche siano due prodotti che possono registrare picchi di vendita ancora inespressi”. E si muove proprio in questa direzione l’ultima novità lanciata da Masseria Fruttirossi: gli arilli sgranati e confezionati in atmosfera modificata. “Crediamo molto su questo nuovo prodotto da banco frigo. Perché rende più fruibile il consumo del frutto fresco e presenta una lunga conservabilità di almeno 10 giorni”, ha concluso De Lisi. 



Copyright 2021 Italiafruit News