«Frutta in difficoltà, puntare sulle royalty»

All'assemblea Fruitimprese Veneto l'importanza di differenziarsi

«Frutta in difficoltà, puntare sulle royalty»
La bilancia commerciale ortofrutticola chiuderà il 2021 in attivo anche a Nord Est, ma le sfide da affrontare sono tante e serve puntare sulla distintività: è quanto emerso ieri a Colognola ai Colli (Verona) nell'assemblea di fine anno di Fruitimprese Veneto.

Il presidente Stefano Pezzo ha presentato i dati nazionali relativi all'export dei primi nove mesi evidenziando le buone performance di alcune produzioni di punta del territorio regionale: dalle mele (controvalore di 654 milioni di euro, +11% rispetto all'analogo periodo 2020), alle pere (77 milioni, +10,76%), dal kiwi (quasi 295 milioni di euro, +12,7%) a pesche/nettarine (quasi 136 milioni, +25,8%), dal radicchio (5 milioni di euro di export, +100%) alle carote in controtendenza con un dato di 58 milioni, in calo del 6% circa.



E flettono, in Veneto, le superfici coltivate a frutta, soprattutto pesche e nettarine (1.725 ettari nel 2020, -15%) e pere (2.561 ettari, -10%). Stabili le mele, al vertice con quasi 6mila ettari (-0,3% sul 2019) mentre kiwi e ciliegie arretrano del 4% circa.

Claudio Scalise di Sg Marketing ha parlato di "Varietà club brevettate e varietà vegetali; impatto sul mercato" essenziale per garantire distintività e valorizzare. Oggi si può produrre in qualche parte del mondo ma per dar vita a una nuova cultivar, dalla selezione alla verifica dell'accettabilità commerciale, servono una quindicina d'anni. E i breeder si sono posti il problema di tutelare la proprietà intellettuale.

Questa esigenza di tutela si coniuga con l'opportunità di avere e commercializzare prodotti unici. La tutela ha due modelli: tradizionale (gestione vivaistica) e di gestione inclusiva, che rende l'acquirente "licenziatario" con una più complessa operazione gestionale e royalty pagate anno per anno: spesso la varietà viene data in concessione al commercializzatore. Che deve controllare sviluppo e marca. Tra gli esempi portati all'attenzione dei soci di Fruitimprese Veneto da Scalise, che ne ha spiegato le diverse dinamiche: Candonga, Rossetta, Fragola Matera, Si-Bon, Diva, Violì.


Il presidente Stefano Pezzo

Per l'uva vengono individuate quattro modelli: libere; royalty all'impianto; all'impianto e commerciale; all'impianto e commerciale più club. La relazione si è incentrata sulle varietà apirene come le Arra. Quindi una spiegazione dello schema relativo ai brand varietali e focus sul brand Pink Lady, tra i precursori e sulle nuove varietà di mele, che in Gdo valgono oggi il 12,7% contro il 6,8% del 2015. Scalise ha infine citato il caso Zespri: quando la varietà diventa proprietà esclusiva di una multinazionale.

Chiara Mariuzzi dello studio Forte ha quindi trattato il tema della protezione della varietà vegetali dal punto di vista normativo.

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