«Mandorle, il sistema intensivo ci convince»

Piani della Marina nel viterbese ha piantumato cento ettari: ecco i nostri progetti

«Mandorle, il sistema intensivo ci convince»
La mandorlicoltura italiana sta vivendo una nuova fase. Importanti investimenti, impianti intensivi con una gestione meccanizzata e territori che puntano su un frutto sempre più richiesto. La distribuzione moderna dedica spazi importanti alla frutta secca, in particolar modo alla mandorla, soprattutto di origine italiana.

In questo quadro evolve anche il panorama mandorlicolo dell’areale viterbese, dove tra le imprese che hanno investito e stanno investendo prepotentemente sulla mandorlicoltura spicca l’azienda agricola Piani della Marina, sita nel comune di Tarquinia, che ben ha intuito le potenzialità della coltura, ormai da diversi anni.

L’azienda, con una superficie complessiva di oltre seicento ettari, ha infatti realizzato un impianto di mandorlo esteso per oltre 100 ettari, adottando un sistema intensivo ed innovativo, sia come sesto di impianto, sia come scelta varietale.



Secondo l’imprenditore viterbese Michele Belli, titolare della società agricola Piani della Marina, il progetto della sua azienda è solo all’inizio e gli obiettivi da raggiungere sono ancora molti, in primis quello di incrementare la superficie piantumata.

“Ci abbiamo creduto per primi, a partire dal 2015, e la potenzialità che la coltura sta esprimendo è veramente alta - sottolinea Belli - Il progetto è molto ampio e presto presenteremo sul mercato una gamma di prodotti a base di mandorla, commercializzati con il nostro marchio. Puntiamo a realizzare sia un'importante quantità di produzione, sia una qualità del prodotto molto alta cercando di raggiungere standard qualitativi elevati e costanti”.



Come raggiungere in campo questi obiettivi? Lo spiega l’agronomo dell'azienda laziale, David Tofi: “Abbiamo deciso di optare per un sistema intensivo e continueremo su questa strada vista l’esperienza ed il grado di conoscenza ormai raggiunta, nonostante ci sia ancora molto da fare. Il sistema intensivo sta mostrando di adattarsi molto bene ai diversi areali attraverso gli adeguati accorgimenti tecnici – agronomici, che consentono di investire sulla scelta delle giuste varietà e dei relativi porta-innesti. Il sesto di impianto per cui abbiamo deciso di optare supera la densità di 600 piante ad ettaro. Tale sesto, garantisce una produzione duratura nel tempo e soprattutto la longevità delle piante. La gestione del mandorleto è completamente meccanizzata, sia per quanto riguarda la gestione dell’impianto arboreo, relativa alle operazioni colturali, sia per quanto riguarda la raccolta".

Una stagione quella appena iniziata che promette molto bene. “Quest’anno - conclude l’agronomo - l’impianto arboreo mostra alte potenzialità in termini di carico produttivo e ci stiamo attrezzando per la prima raccolta in cui tutto il mandorleto andrà in produzione. Inoltre, parallelamente, stiamo portando avanti diversi progetti mirati alla valorizzazione e alla differenziazione del nostro prodotto sul mercato”.

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