Peperoni, non perdere opportunità

Mercato frizzante. Ma Spagna e Olanda dominano la scena europea

Peperoni, non perdere opportunità
E' un ortaggio che colora il reparto ortofrutta. E lo fa sempre di più, grazie a nuove varietà e tipologie che si affacciano sul mercato. Lo sviluppo varietale del peperone è sfociato in formati snack e gamme premium, che si sono concretizzati in veri e propri brand da Cornelio a Sweet Palermo, da Angello a Tribelli, solo per citare alcuni esempi.



C'è dunque un'attenzione crescente verso questo ortaggio, con i distributori che creano assortimenti sempre più profondi e le ditte sementiere che spingono verso soluzioni ad alto gusto, capaci di di rispondere alle esigenze del consumatore (dalle funzioni d'uso all'assenza di semi interni). Ma l'Italia produttiva, su questa coltura, non tiene il ritmo di Spagna e Olanda e infatti il nostro Paese importa quasi centomila tonnellate di peperoni all'anno: i volumi prodotti sul territorio nazionale non soddisfano le esigenze del mercato, sia sul fronte quantitativo che su quello qualitativo.  E al momento l'import è l'unica soluzione.



Il peperone, infatti, è fra le poche colture orticole per il quale l’Italia non detiene un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. Infatti, a livello mondiale il Bel Paese si posiziona solo al tredicesimo posto, con una media di poco superiore a 250 mila tonnellate. Nelle prime posizioni troviamo grandi nazioni come Cina, India, Messico, Indonesia e Turchia. La Spagna è il primo Paese del Vecchio continente con quasi 1,5 milioni di tonnellate prodotte all’anno, che ne fanno di gran lunga il primo produttore a livello europeo. Segue a grande distanza l’Olanda, con poco più di 400 mila tonnellate commercializzate annualmente, e l’Italia arriva dopo.

Focalizzandoci sullo Stivale, occorre sottolineare come la produzione vada distinta fra coltivazione sotto serra e coltivazione in pieno campo. La coltivazione in serra è esclusiva per il prodotto da consumo fresco, mentre una quota importante della produzione in pieno campo è destinata all’industria di trasformazione.



Nel 2020 sono state prodotte in Italia oltre 250 mila tonnellate di peperoni, coltivati su poco più di 10 mila ettari, di cui 2 mila ettari in serra ed i restanti 8 mila in campo aperto. Per quanto riguarda le coltivazioni in serra, la Sicilia fa la parte del leone in quanto possiede da sola il 40% della superficie nazionale. In particolare, la provincia di Ragusa è il principale centro di produzione per il prodotto fresco sotto serra, con raccolte anche durante il periodo invernale. Un’altra area storicamente importante per la coltivazione sotto serra è la Campania, che precede due regioni del Nord Italia come Piemonte e Veneto. Per quanto riguarda i peperoni in pieno campo è un dominio dell’Italia Meridionale, con la Puglia che detiene lo scettro seguita da Sicilia, Campania e Calabria.

Passando agli scambi commerciali l’Italia nel 2020 ha esportato poco più di 10 mila tonnellate, prevalentemente nei Paesi europei, mentre ha importato quasi 100 mila tonnellate con un saldo commerciale estremamente negativo di 90 mila tonnellate.

Il mercato del peperone è interessante e la valorizzazione del prodotto può seguire tante strade. Una, per esempio, è ancora poco battuta: l'ortaggio contiene più del doppio della Vitamine C dell'arancia... con l'attenzione alla salute che si è sviluppata negli ultimi due anni non è un fattore da sottovalutare.

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