«Creare valore non è più priorità, ma sopravvivenza»

Dall'Agata (Bestack) e le performance dell'ortofrutta in Gdo: generare fiducia

«Creare valore non è più priorità, ma sopravvivenza»
Il 2021 si è chiuso con luci ed ombre per il reparto ortofrutta della Gdo, come ha fotografato il Monitor Ortofrutta di Agroter (clicca qui per leggere la notizia): piccola flessione dei consumi a volume (-0,8%), ma anche ad un amento del valore corrisposto (+1,3%). Tuttavia, rispetto al 2019 il saldo è positivo sia a valore (+6%) sia a volume (+1%).

"Il Covid è un fatto talmente epocale da dover mantenere l’analisi dei due forni, non nel senso politico del piede in due scarpe, ma del confronto del 2021 sia rispetto al 2020 ma anche rispetto al 2019 - ragiona Claudio Dall'Agata, managing director di Bestack, il consorzio tra aziende di produzione di imballaggi in cartone ondulato - Prima il 2020 con l’attenzione di tutti a garantire le priorità fondamentali di sistema, poi il 2021, incassata la contrazione, che per l’alimentare si è tradotto in un booster dei consumi, teso a capire come reagire per recuperare al più presto e per l’alimentare come affrontare la tanto temuta controcifra".



Nell'ultimo numero della newsletter di Bestack, Dall'Agata analizza prima le performance dei vari canali della distribuzione moderna (clicca qui per leggere la notizia) poi dell’ortofrutta per ragionare poi sulle conseguenti ripercussioni nel settore di imballaggi e confezioni. "L’effetto rimbalzo nel 2021 si è fatto sentire e, si teme, lo sentiremo per tutto il 2022 perché, di fatto, i formati di vendita protagonisti di grandi exploit nel 2020 sono quelli che registrano i dati negativi più forti: secondo i dati Nielsen il Libero Servizio, ad esempio, icona del periodo del lockdown, e subito dopo tornato nel suo oblio, ha chiuso in forte negativo (-7,5%) - rimarca - con un mese di dicembre ancor più difficile (-8,8%). Leggeri gli incrementi di super e discount mentre il dato degli iper rimane in negativo (-1,6%) per dato nazionale totale, con una contrazione del -0,5%. In sostanza il guadagno di volumi del 2020 non è stato completamente perso nel 2021. Per l'ortofrutta, bene l’estate in positivo, ma a marzo la perdita tocca il -8,7% con maggio e soprattutto il fine anno (novembre e dicembre) con contrazioni ben oltre il -4%".

Come interpretare questi numeri? "Due riflessioni - risponde Dall'Agata - La prima: prendiamo spunto tra i freschi da chi va meglio. Se la prossimità è la scelta, la fiducia è la sua motivazione. Pane e pescheria sono i reparti più performanti, formaggi e macelleria quelli più negativi. Quindi il punto è come creare fiducia e non tradirla. Secondo, la fiducia si costruisce con un’offerta coerente di prodotto e di servizio, passando per il packaging, come la risalita della IV gamma totale certifica. In sostanza anche dopo il Covid i numeri macro ci confermano in scivolamento sui volumi dell’ortofrutta, niente di traumatico ma costante. Non significa che la contrazione sia lineare per tutti i prodotti e per tutti i produttori. Per esempio sul confezionato, dopo l’accelerazione di inizio pandemia, i volumi si sono assestati a livelli superiori rispetto al 2019, con un prezzo medio di vendita in crescita. Stesso discorso per il confezionamento a base carta. Con i soci CSO Italy e Nomisma stiamo cercando di capire quanto con uno studio specifico - conclude Claudio Dall'Agata - referenza per referenza, perché creare valore non è più priorità ma necessità di sopravvivenza".

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