Ortaggi e agrumi restano nei magazzini

Lunedì nero in Sicilia e Puglia: «Tutto a vantaggio degli spagnoli»

Ortaggi e agrumi restano nei magazzini
Telefoni roventi per tutta la giornata, ma alla fine piovono disdette e tanta ortofrutta resta al Sud. La mobilitazione dell'autotrasporto, partita da alcuni gruppi autonomi, ieri si è fatta sentire soprattutto in Sicilia e Puglia, con ripercussioni anche gravi sul lavoro delle imprese ortofrutticole.

Grossisti e catene distributive segnalano a IFN l'annullamento di diversi ordinativi e manifestano preoccupazione per la giornata di oggi: se le associazioni di categoria dell'autotrasporto comunicano di voler proseguire le trattative in corso con il Governo e invitano alla calma, i gruppi autonomi hanno confermato di voler andare avanti con il blocco. Dunque ci sono timori per un'altra giornata in cui sarà complicato trovare vettori disponibili: ortaggi e agrumi rischiano di rimanere fermi nei magazzini.



I distributori si sono messi subito alla ricerca di alternative, aumentando gli ordinativi da chi riusciva a garantire la consegna della fornitura, soprattutto da quelle regioni non ancora coinvolte in maniera così pesante dalle proteste per il caro carburante: Basilicata, Calabria, Campania e Lazio.

"La situazione è grave e va tutto a vantaggio dei nostri 'amici' spagnoli - sbotta un imprenditore specializzato nella produzione di orgaggi nell'areale di Licata - Solo danni all'economia dell'isola".

"Cari autotrasportatori, anche noi agricoltori siamo vessati dagli aumenti dei costi di produzione di concimi, agrofarmaci, plastiche... A questo aggiungeteci le nuove virosi come il Tomato Brown sul pomodoro e New Dehli su zucchino, che hanno dimezzato la nostra capacità produttiva - commenta Antonio Cassarino, presidente del Distretto orticolo Sud Est Sicilia - In attesa che arrivino sul mercato varietà resistenti a questi virus, stiamo sopravvivendo, e ci tengo a precisarlo non ci stiamo arricchendo grazie ai prezzi di mercato abbastanza sostenuti.  Lo sciopero che voi autotrasportatori avete appena iniziato, metterà in ginocchio la nostra agricoltura. Voi autotrasportatori vi lamentate degli aumenti del prezzo del diesel: ma quando a marzo 2020 iniziò il lockdown con la chiusura di scuole, ristoranti ed attività commerciali non indispensabili, i consumi di carburante calarono del 70%, il prezzo del petrolio crollò da 60 a 20 dollari al barile ed il diesel scese da 1,6€/l a 1,2 €/l... Bene, in quel periodo provai a chiedere a qualche ditta di autotrasporti una riduzione sulla spedizione di un bancale di merce. La risposta negativa, accompagnata da una risatina di scherno, fu 'non è che il prezzo del diesel influisce più di tanto sui trasporti...' perché dobbiamo pagare comunque l'autista, la manutenzione del mezzo, il traghetto per Villa San Giovanni e così via. In sintesi, cari amici autotrasportatori, non avete abbassato i prezzi del trasporto quando avreste potuto, qualche mese fa ce li avete aumentati e adesso pretendete che dovremmo aderire al vostro sciopero?".



Sciopero che, come detto, sta già causando danni al settore ortofrutticolo come testimonia anche il Consorzio di tutela Arancia di Ribera Dop. "Centinaia di bancali di arance di Ribera Dop pronti per la destinazione delle piattaforme della Gdo e dei mercati ortofrutticoli sono rimasti nei magazzini di lavorazione con notevoli danni all’intero settore agricolo del territorio - scrive in una nota il Consorzio - In seguito alla protesta deli autotrasportatori siciliani, stanchi di attendere risposte e rinvii da parte del governo nazionale sulla questione caro carburante, in queste ore, i camionisti hanno deciso di spegnere i loro mezzi e di fermarsi lungo le grandi vie di comunicazioni. Al danno per gli aumenti dei costi di produzione per gli agricoltori, si aggiunge ora il gravissimo danno provocato dalla impossibilità di spedire le arance, bloccando l’intera economia del territorio e della Sicilia. Il Consorzio di tutela dell’Arancia di Ribera Dop è molto preoccupato per le ripercussioni negative che il blocco sta provocando, con tutti i prodotti deperibili pronti per la distribuzione bloccati nei magazzini di lavorazione. Pur condividendo le ragioni della protesta, il Consorzio ritiene che non sia lo strumento adatto per risolvere un problema che blocca l’intera economia siciliana, auspicando che le istituzioni nazionali ed europee diano subito al settore degli autotrasportatori risposte immediate alfine di riprendere e garantire la commercializzazione delle produzioni agricole siciliane".

Su tale fronte Unatras - l’Unione delle principali associazioni italiane dell’autotrasporto - prova ad essere ottimista, ma se l'incontro di oggi con la  viceministra Teresa Bellanova non dovesse dare i risultati attesi, ha già annunciato di "assumere sin da subito tutte le iniziative sindacali necessarie a tutela della categoria senza escludere, nel rispetto della normativa vigente, la proclamazione di un fermo nazionale".

(Hanno collaborato Alfonso Bendi e Fabrizio Pattuelli)
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