Il blocco si allenta, lunga la scia dei danni

Revoca parziale in Sicilia. Mercati deserti e aziende in sofferenza

Il blocco si allenta, lunga la scia dei danni
L'ortofrutta tira un sospiro di sollievo. In Sicilia ieri pomeriggio si è arrivati a una parziale revoca dei blocchi dell'autotrasporto e già in serata le prime forniture sono ripartite. E' il risultato di una giornata intensa di trattative al PalaRegione di Catania. Ma l'intesa non è a costo zero: è stato concordato un aumento delle tariffe per l'autotrasporto e l'avvio di un tavolo tecnico. Inoltre dopo quattro giorni di fermo, molte aziende della produzione ortofrutticola - soprattutto nella fascia trasformata di Ragusa - hanno dovuto smaltire la merce invenduta. Questo sull'isola, mentre a livello nazionale la vertenza va avanti e nelle altre regioni del Sud la questione non è ancora risolta. Anche il blocco al Mercato di Fondi è stato superato.

Anche se ora la situazione sembra in netto miglioramento, molte conseguenze negative sono state pagate dal settore produttivo, che ha dovuto fare i conti con scorte al minimo, quando non del tutto assenti. Da domenica scorsa, i motori degli autotrasportatori sono rimasti spenti per quattro intere giornate, bloccando in toto le forniture di ortaggi siciliani, come melanzane, zucchine e pomodori, e anche di fragole lucane. Molti prodotti sono rimasti in magazzino, o direttamente in campo, a marcire.

Ad evidenziare la situazione in cui si sono trovati i produttori in questi giorni è stato ieri Antonio Cassarino, presidente del Doses: “Sciopero revocato – ha detto - Gli autotrasportatori hanno ottenuto un aumento del costo dei trasporti. L'agricoltore ha pagato e pagherà le conseguenze del loro sciopero”.

“La situazione è molto pesante per tutta l’agricoltura - afferma Sonia Ricci presidente di Unaproa - travolta dall’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia e del costo del gasolio. Pur capendo le ragioni degli autotrasportatori, dobbiamo evitare ulteriori danni al nostro comparto con la perdita di ingenti quantitativi di prodotto fresco che non arriverà nei canali distributivi tradizionali. Negli ultimi anni siamo riusciti a educare e sensibilizzare buyer e consumatori nel preferire le produzioni italiane, ma ora rischiamo che molte catene si approvvigioneranno dai concorrenti esteri, e ritornare indietro non sarà facile. È urgente - prosegue Sonia Ricci - un intervento da parte del Governo per rimuovere i blocchi stradali e consentire la ripresa dei ritiri dei prodotti e la consegna alla distribuzione per assicurare l’approvvigionamento dei prodotti ai consumatori”.



“I danni causati dal blocco dei Tir - dichiara il vice presidente Unaproa, Felice Poli (nella foto sopra) - sono devastanti in particolare per le baby leaf che presentano un ciclo di vita molto breve e necessitano di approvvigionamenti quotidiani e che ora pronte per essere raccolte marciscono nei campi. La mancanza di forniture della materia prima costringerà inevitabilmente le Organizzazioni di produttori di quarta gamma a fermare gli impianti di lavorazione  e confezionamento delle buste di insalata con  enormi danni e ripercussioni su tutta la filiera a livelli economici ed occupazionali".

Ma come hanno vissuto fino a ieri gli operatori dei mercati all’ingrosso? Ne abbiamo sentiti alcuni delle principali piazze del sud Italia, ecco le loro testimonianze.


Il mercato di Catanzaro deserto nella giornata del 24 febbraio 2022,
foto scattata da Palmino Rotundo

“Il mercato è deserto, abbiamo finito le scorte e domani (oggi per chi legge, ndr) siamo costretti a lasciare a casa i nostri dipendenti”. A parlare dal mercato ortofrutticolo di Catanzaro è Palmino Rotundo, titolare di Ortofrutta Multierre. “Il prodotto siciliano manca del tutto, così come quello pugliese e campano – continua - L’unica merce che aspettiamo è quella locale. Se già eravamo in crisi con i rincari energetici, questa situazione ci ha completamente paralizzati”. E se il venditore accorda agli autotrasportatori il diritto dello sciopero, allo stesso tempo rimarca le difficoltà che la situazione comporta: “A parte banane e insalata iceberg che ci arrivano dall’estero, trattiamo solo prodotto locale e siciliano – dice – ma ora di merce non ce n’è proprio”. Il venditore nega qualsiasi inflazione, anzi sottolinea un ribassamento dei prezzi: “Il ciliegino è venduto a 2/2,50 euro al chilogrammo, il pixel è diminuito di 1 euro al chilo mentre la melanzana che era a 2,30 è arrivata a 0,80/1 euro al chilo”. E conclude: “In ortofrutta le tempistiche sono fondamentali: se i prodotti vengono lasciati ancora in campo, si rischia di dover buttare tutto creando un danno senza precedenti”.


Palmino Rotundo

Anche il mercato di Vittoria appariva ieri completamente bloccato. “E’ tutto fermo e allo svincolo di San Gregorio non è ancora passato un camion anche per paura di ritorsioni – ha detto a IFN il concessionario Giorgio Puccia – mancano soprattutto pomodori, zucchine e melanzane”. Molta merce fino a ieri è rimasta in giacenza ai box e, chi poteva farlo, l’ha mantenuta al fresco in campagna. “Lo sciopero è stato come un fulmine a ciel sereno – ha commentato Puccia – doveva avvenire ma non si sapeva quando. Chi ha avuto la possibilità di conservare la merce in frigo si è salvato, gli altri hanno dovuto buttare tutto”. E aggiunge: “Ora il problema sarà dover recuperare un mercato che fino a poco tempo fa ha registrato buone quotazioni”. Pur nella condivisione delle idee degli autotrasportatori, il concessionario lamenta il fatto che la protesta sia avvenuta senza preavviso e perché, nel mondo politico, nessuno si è prestato ad ascoltare le lamentele dei trasportatori”.


Il mercato di Bari in una foto di archivio

Dal mercato di Bari, interviene Chiara Celiberti, sales account manager di Nicola Paglionico: “I compratori ci sono ma già mercoledì abbiamo finito tutti i prodotti siciliani – dice la venditrice – ora ci siamo attrezzati con il prodotto locale ma i prezzi sono esorbitanti e le quantità non bastano a soddisfare il mercato. Delle nostre zucchine ne arriveranno al massimo dieci casse – commenta Celiberti - si tratta di quantitativi bassi con prezzi cari: questa mattina le ho viste raggiungere anche i 4 euro al chilogrammo”. L’azienda si è attrezzata anche con l’acquisto delle referenze spagnole ma, anche in questo caso, le quotazioni rimangono sostenute. 
La manager di Paglionico sottolinea una bassissima rilevanza mediatica dell’accaduto: “Al di là degli operatori del settore, non ho visto molta informazione – conclude – è una situazione che lascia l’amaro in bocca: se durante i picchi pandemici il cibo non mancava, ora è molto probabile che non si riescano a trovare zucchine e melanzane e la gente neanche lo sa”.


L'ingresso del mercato di Fondi, foto di archivio

Dal mercato di Fondi Elio Paparello giustifica la protesta dei trasportatori “verso i quali – dice – non possiamo che essere solidali”. Il venditore sottolinea come prodotti e clienti siano mancati in particolare nelle giornate di lunedì e martedì mentre da mercoledì sembra essere tornata un po’ di calma: “Anche se le forniture non sono tornate regolari, stiamo lavorando – dice – è ovvio che c’è penuria dei prodotti siciliani, ma possiamo contare sul resto degli articoli. Anche il pubblico è tornato ad essere presente ma in misura minore rispetto a prima, proprio perché la merce scarseggia”. Paparello conclude sottolineando l’anomalia della protesta, che “non è di carattere nazionale e sta bloccando solo una parte d’ Italia”.


Riccardo Pompei

Al Car di Roma si respirava ieri un’aria sostanzialmente tranquilla. “Mancano gli ortaggi dalla Sicilia ma alcuni come melanzane, zucchine e peperoni, li abbiamo compensati con i prodotti spagnoli, riuscendo ad assicurare l’80% delle referenze” dice a IFN l’imprenditore Riccardo Pompei. Rimangono assenti sui banchi i pomodori tipici siciliani come ciliegino, datterino e piccadilly. Il venditore sottolinea inoltre difficoltà per scaricare le fragole lucane, mentre non ci sono problemi con il prodotto laziale, sardo e delle regioni settentrionali. Al mercato continua ad esserci una buona presenza di compratori  e non si registrano particolari aumenti di prezzo.

Nella foto di apertura: un'immagine scattata da Palmino Rotundo al mercato di Catanzaro completamente deserto nella giornata di giovedì 24 febbraio 2022 

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