Governance in Sogemi, Acmo: avanti con Ferrero

Governance in Sogemi, Acmo: avanti con Ferrero
Sulla nuova governance in Sogemi, la società di gestione dell'Ortomercato di Milano, interviene l'Acmo, l'Associazione Commercianti Mercato Ortofrutticolo.

"La possibilità di forzare il limite dei due mandati del presidente di Sogemi è senza dubbio una questione dai delicati contorni giuridici e normativi, ma non per questo non meritevole di essere presa in considerazione - scrive in una nota il presidente dell'Acmo, Antonio Catalano - In questo particolare momento, infatti, un cambio di governance dell’Ortomercato potrebbe rivelarsi controproducente e rallentare vertiginosamente la conclusione del progetto di restailing in corso con conseguente grave danno a tutto il settore".



"Per tali ragioni, non si ritiene costruttivo dilungarsi in sterili polemiche sui meriti o demeriti dell’attuale gestione, occorre invece spostare l’attenzione sul fatto che l’ortomercato ha dimostrano di possedere grandi potenzialità e, in momento storico di particolare riflessione e trasformazione come quello attuale, è ora chiamato ad affrontare sfide sempre più ambiziose per essere sempre più competitivo - aggiunge il rappresentante dei grossisti - A tali sfide però l’ortomercato si presenta ancora come una struttura obsoleta e fatiscente. Serve una vera e propria presa di coscienza, è giunto il momento di rendere finalmente competitivo e al passo dei tempi il settore agroalimentare e a nostro giudizio la conferma del dottor Ferrero quale presidente di Sogemi è forse la soluzione più indicata per portare a termine questo progetto rimasto fermo da oltre 20 anni".
 
"Del resto, anche l’ennesimo servizio di Striscia la Notizia andato in onda la scorsa settimana altro non è che il risultato di una logica gattopardesca ormai consolidatasi da tempo all’interno dell’Ortomercato - prosegue l'imprenditore - Se da un lato si contesta l’insufficienza dei controlli da parte dell’ente gestore al quale viene chiesto di stringere maggiormente le maglie al fine di garantire la legalità, dall’altro lato non si può far finta di non vedere che il fenomeno del caporalato, del lavoro sommerso, delle vendite in nero e della mancata tracciabilità della merce, sono attività poste in essere da alcuni operatori che sfruttano il personale, vendono merce sottobanco e non si curano della qualità dei propri prodotti, arrecando così un grave pregiudizio a tutta la categoria e, in definitiva, agli stessi consumatori finali. Serve il coraggio di voltare pagina, lasciare da parte i giochi politici e i rancori personali, per raggiungere la concretezza che tutti auspichiamo - conclude Antonio Catalano - Va da sé che questo cambio di passo per consentire all’ortomercato di vincere le sfide alle quali è chiamato deve essere affrontato da tutti istituzioni e operatori compresi".

Fonte: Acmo