Fertilizzanti, ecco l'entità degli aumenti

La guerra in Ucraina spinge i rincari. L'analisi di Bmti: prezzi record

Fertilizzanti, ecco l'entità degli aumenti
"I prezzi attuali dei fertilizzanti si attestano su livelli record nel mercato italiano". Lo scrive a chiare lettere Bmti nel suo ultimo report. In parole povere non ci sono paragoni: prezzi mai visti. A registrare i rincari più accentuati sono i prodotti contenenti azoto (urea, nitrato di ammonio...), che rappresentano il gruppo di fertilizzanti più importante per la concimazione e che, essendo direttamente ricavati dal gas naturale, hanno risentito a partire dai mesi estivi dell’impennata delle quotazioni del gas stesso. Ora la guerra in Ucraina ha accelerato ancor di più i rincari.



E gli aumenti arrivano in un momento cruciale per l’annata agraria. Nonostante il rallentamento di inizio 2022, tra i prodotti azotati, il prezzo dell’urea rilevato nei listini delle Camere di commercio e Borse Merci italiane registra attualmente una crescita del +120% rispetto ad un anno fa", è scritto nell'analisi di Bmti, da cui emergono diffusi aumenti nella settimana che va dal 28 febbraio al 4 marzo, con un +3,8% per l’urea, attestata sugli 875 €/t (+120% rispetto a un anno fa), e un +0,9% per il nitrato ammonico, salito sui 675 €/t (+140% rispetto al 2021). I rincari, però, si estendono a tutto il comparto, interessando anche i fertilizzanti a base di potassio e fosforo, con rialzi su base annua del +112% per il cloruro di potassio e del +96% per il perfosfato triplo.



Ma perché il conflitto ha provocato questo boom dei prezzi? La causa è da ricercare nel blocco delle forniture in partenza dal Mar Nero e dell’impatto delle sanzioni economiche imposte alla Russia. "L’area del Mar Nero rappresenta infatti uno snodo fondamentale per il commercio globale dei fertilizzanti, con la Russia primo esportatore mondiale e l’Ucraina che ricopre un ruolo importante per l’export dell’urea (ottavo esportatore mondiale nel 2020) - evidenzia Bmti - L’Ucraina, in particolare, con una quota del 15% sul totale, è stato nel 2021 il secondo fornitore di urea dell’Italia, con circa 125mila tonnellate inviate nel nostro Paese tra gennaio e novembre (+46% su base annua). I primi effetti sui prezzi dei fertilizzanti si sono già registrati nei giorni successivi all’avvio del conflitto, con i futures sull’urea quotati alla Borsa di Chicago aumentati di oltre il 30%".

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