Ortofrutta, febbre dei prezzi

Il report Ismea: «Confermata la diminuzione degli acquisti al dettaglio»

Ortofrutta, febbre dei prezzi
Nel 2021 l’economia internazionale ha fatto registrare segnali di ripresa e di sostanziale stabilizzazione dopo la crisi generata dalle diverse ondate pandemiche degli ultimi 2 anni. La filiera ortofrutticola nel quarto trimestre del 2021 ha registrato aumenti di prezzo su base annua a doppia cifra nelle diverse fasi di scambio. Lo riporta Ismea, nel report “La Congiuntura Agroalimentare 2021”. 

Le ragioni di questa tendenza sono riconducibili al basso livello di offerta di molti prodotti, penalizzati dalla scarsa produzione di alcune specie, ad esempio pere, kiwi, clementine e arance. A ciò, si è aggiunto un andamento climatico stagionale che ha ridotto le rese di produzione sia degli ortaggi in pieno campo, ad esempio cavolfiori, broccoli, carciofi, finocchi; sia degli ortaggi in coltura protetta come pomodori, zucchine e cetrioli.



La dinamica dei prezzi agricoli nel quarto trimestre evidenzia come carciofi, cavolfiore, finocchi e zucchine scure nel mese di dicembre abbia subito aumenti importanti rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Rispettivamente parliamo del 33,5%, 46%, 37,2% e 47,4%. Nella frutta lo stesso andamento a dicembre ha riguardato le clementine con un prezzo medio aumentato del 60,9% e le pere abate, cresciute del 67,9%.



Per quanto concerne gli acquisti al dettaglio, si è tornati su livelli simili a quelli del 2019, dopo l’exploit del 2020 determinato dalle misure restrittive per fronteggiare la crisi pandemica da Covid-19. A consuntivo dell’intero 2021, si è confermata la riduzione su base annua degli acquisti al dettaglio di ortaggi (-1,8%) e frutta (-0,9%). Tra i freschi, spicca la contrazione della spesa per patate (-9,3%), agrumi (-9,1%) e ortaggi (-1,1%), mentre complice la rivalutazione dei listini medi è cresciuta la spesa per la frutta (+2,5%).



Tra i prodotti trasformati, si segnala il calo delle vendite di conserve di pomodoro la cui spesa è diminuita del 5,5%. Infine, si segnala la ripresa dei consumi di prodotti di IV gamma (+7% sia in quantità sia in valore) che hanno beneficiato del maggior grado di apertura rispetto alle limitazioni degli spostamenti del 2020. Il commercio con l’estero ha registrato un incremento del 7% del saldo della bilancia commerciale della filiera ortofrutticola che ha raggiunto 2,8 miliardi di euro.

Le esportazioni si sono ridotte in termini di volumi (- 2,9%) ma l’incremento medio dei listini (+7,7%) ha determinato un cospicuo aumento degli introiti (+4,6%). La spesa per le importazioni è cresciuta del 3,6% a causa dell’aumento dei volumi importati (+2,1%) e del prezzo medio all’import (+1,5%). Sul fronte delle importazioni ha inciso in maniera particolare l’aumento registrato dagli approvvigionamenti di semilavorati e prodotti trasformati; tra questi si segnalano le importazioni di conserve di pomodoro, cresciute del 40% rispetto al 2020.

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