La fragola della Basilicata verso l'Igp

A Berlino la presentazione dell'idea: un percorso per differenziarsi dalla massa

La fragola della Basilicata verso l'Igp
La territorialità è un driver importante degli acquisti di ortofrutta, così come stanno acquisendo sempre più rilevanza le indicazioni di origine: il consumatore ha bisogno di rassicurazioni e un marchio europeo può essere parte di una strategia che incrementa il valore di un prodotto ortofrutticolo. Con questo spirito la fragola della Basilicata ha imboccato la strada verso l'Igp.



Ieri a Fruit Logistica è stata lanciata la proposta nell'ambito dell'incontro “Fragola di Basilicata, verso l'Igp” organizzato all'interno dell'Italian Fruit Village. Qui Andrea Badursi, presidente di Assofruit Italia, ha ricordato come nella regione siano 1200 gli ettari dedicati a questa coltura. “Con un'Igp possiamo caratterizzarci ulteriormente, abbiamo avviato una positiva interlocuzione con le altre Op e, partendo da un contesto produttivo organizzato, vogliamo promuovere l'idea dell'Igp per poi costruire insieme il necessario percorso”, ha detto Badursi.



La fragola in Basilicata rappresenta numeri rilevanti, come ha ricordato Salvatore Pecchia, dell'Ufficio progettazione e sviluppo dell'Aop Arcadia: il frutto vale il 22% del Pil agricolo regionale, nei periodi di punta delle raccolte impiega 12.000 addetti garantendo 500.000 giornate di lavoro. Nell'ultimo anno le superfici dedicate sono aumentate di 160 ettari ed è in corso un processo di ricambio varietale, con la Sabrosa che vale circa il 50%, ma che ora è affiancata anche da Inspire e Rossetta. “E' importante differenziarsi dalla massa per mettere un freno alla concorrenza – ha ribadito Pecchia – Anche a questo serve l'Igp, oltre che a dare opportunità al turismo e all'enogastronomia della nostra terra”.



Giovanni Stampi di Stea ha illustrato le opportunità che si possono cogliere con l'Igp ed Emilia Piemontese, direttore generale delle Politiche agricole della Regione Basilicata, ha confermato l'appoggio dell'ente. “I tempi sono maturi – ha evidenziato – c'è una compagine solida e una visione del mercato comune”.

Il riconoscimento Igp ha aiutato altri prodotti ortofrutticoli nello sviluppo della loro promozione e del loro valore. Nel corso dell'incontro Emilio Ferrara, direttore del Consorzio Carciofo di Paestum Igp, e Giuseppe Giacomantonio, presidente del Consorzio Cipolla Bianca di Margherita Igp, hanno raccontato la loro esperienza. L'Igp ha salvato questi ortaggi e con le politiche promozionali di supporto sta riservando importanti soddisfazioni ai produttori.

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