«L'anguria tradizionale non vede disperso il proprio appeal»

Matteo Testa (San Lidano) e le prospettive per la prossima campagna

«L'anguria tradizionale non vede disperso il proprio appeal»
Dopo il debutto con i prodotti coltivati in Africa e i primi stacchi in Sicilia, la campagna angurie si avvicina allo start ufficiale. Ma con che spirito si affronterà la nuova annata? Lo abbiamo chiesto a Matteo Testa, direttore commerciale di San Lidano Group, società di Sezze (Latina) che produce 30.000 tonnellate di cocomero all'anno e che la prossima settimana sarà presente al Macfrut (Padiglione B1 – Stand 117).



Testa, per le angurie che tipo di campagna ci si può attendere?

Le premesse sembrano indicare una campagna sensibilmente più complicata rispetto alla media. Pressoché tutti gli areali mostrano una decrescita nelle superfici coltivate: già con il prodotto africano, tra problematiche di meteo e di trasporto, l’incipit si è mostrato non roseo. Il generale ingente rincaro dei costi produttivi, connesso ad una retribuzione della filiera non sempre adeguata da parte della distribuzione, ha portato a far sì che la gran parte dei produttori, nel dubbio, abbia scelto opzioni conservative non eccedendo nel rischio. Ulteriore elemento deterrente nell'ampliamento delle estensioni riguarda l’insorgere di una sempre maggior difficoltà di reperimento della manodopera stagionale, connessa in primis alle dinamiche pandemiche, oltre che a questioni geopolitiche ed economiche. Tra le varie tipologie, l’anguria tradizionale dovrebbe essere quella maggiormente interessata da una possibile carenza di offerta, rispetto alle varietà più piccole che negli ultimi anni sono sulla cresta dell’onda. Grossi grattacapi sono inoltre causati dal rincaro dei costi degli imballi in cartone, che speriamo non sfocino anche in una difficoltà nel relativo reperimento.



Che evoluzione vedete sul mercato tra le varie tipologie?

In fatto di trend, le performance migliori le attribuiamo all’anguria tradizionale tagliata, in particolare nella versione a quarti, con garanzia visiva della qualità e della corretta maturazione del prodotto, nonché soluzione ideale per evitare gli sprechi e il trasporto di frutti troppo pesanti. In fatto di volume d’affari, ovviamente la leadership è mantenuta dal cocomero classico: crescono sì le richieste di mini angurie, ma personalmente ritengo ci sia uno spread tra quanto appare nelle comunicazioni di settore ed il reale trend di consumo; ne è riprova il fatto che nelle ultime annate ci siano stati momenti di eccessiva offerta. Soprattutto nelle fasi di picco della campagna, con garanzie di elevato grado brix e battuta di cassa accessibile, le angurie di maggior dimensione non vedono per nulla disperso il proprio appeal di vendita. Detto questo, conosciamo tutti le ottime recenti performance da parte del formato midi, a buccia scura o striata, nonché delle scelte dei consumatori, le quali sembrano orientarsi sempre più verso un peso non eccessivo. Questa spinta, oltre che da evidenti dinamiche sociali, subisce un particolare boost anche dalla distribuzione, che - pressoché ovunque - mette a disposizione bilance non atte ad essere utilizzate su frutti oltre 11/12 kg.



Come valorizzare il prodotto nella fase della commercializzazione?

Evitando danze della pioggia… Scherzi a parte, banalizzando ma non troppo la questione, potremmo infatti dire che con un’estate calda il prodotto si vende da solo. Ovviamente ogni player distributivo deve evitare autogol, controllando quanti più frutti possibile, tagliandoli o misurandone la dolcezza, per non immettere sul mercato partite dal grado brix non adeguato oppure dal punto di maturazione errato: sappiamo che il vissuto negativo su questo prodotto non testabile rappresenta, ancor più che altrove, elemento di mancato consumo, oltre che di de-fidelizzazione all’insegna. Non azzardo grandi consigli in vendita, per non invadere il campo di altri, tuttavia se si è certi della qualità della merce in reparto, mi sento di caldeggiare l’esposizione dell’anguria tagliata, sia per facilitare uscite con possibilità di valore aggiunto, prezioso per tutta la filiera, sia al fine di un’ottima esposizione, che funga da volano anche per agli acquisti dei frutti interi.

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