«Impossibile non trasferire i costi al consumo»

Tasca (Selex): «Cambiano le abitudini e calano gli acquisti dalla terza settimana»

«Impossibile non trasferire i costi al consumo»
Il mondo della distribuzione organizzata cerca di fronteggiare al meglio la situazione generata da pandemia, caro-energia e aumento dei costi dei trasporti e delle materie prime che fanno sentire i loro effetti sul carrello della spesa, ma è atteso il trasferimento dei costi sui prodotti. 

Sul tema è intervenuto a Radio24 – Focus Economia, Maniele Tasca, general manager di Selex Gruppo commerciale e membro del comitato esecutivo di Federdistribuzione e di Adm. Il manager, intervistato da Debora Rosciani, ha parlato di situazione in peggioramento. 



“Si stanno sommando problemi sentiti dalle fasce più deboli, in primis per effetto dell’aumento dell’energia e costi dei trasporti, ma in generale con l’avanzata dell’inflazione da fine febbraio abbiamo registrato un calo della spesa dalla terza settimana del mese”.

Tra i cambiamenti messi in atto dal consumatore c’è il mix dei prodotti. “Vengono messi nel carrello referenze che costano meno e si tende ad acquistare nei canali di acquisto più economici. Dobbiamo attenderci un peggioramento – prevede Tasca – perché la Gdo finora non ha trasferito al consumo gli aumenti che subisce, ma nelle prossime settimane sarà sempre più difficile riuscirvi”.

“Negli anni c’è stata una polarizzazione dei consumi – prosegue Tasca -. I clienti rinunciano a quello che non ritengono importante, come carne, pesce, pasta. Più l’inflazione impatta sulle spese energetiche e di trasporti, più si rinuncia ai beni primari. Per questo sarebbe auspicabile un intervento del governo, soprattutto sulle famiglie monoreddito”.



Durante il programma andato in onda nei giorni scorsi, il general manager ha elencato i maggiori costi della filiera distributiva:  “Per la Gdo la criticità principale è costituita da costi energetici per effetto dei frigoriferi, ma anche i trasporti".

Le contrattazioni con i fornitori si fanno sempre più difficili: “In certi casi si tratta di accettare l'aumento di listino. Gli aumenti sono molto diversi tra loro: certi derivano dalla mancanza di materie prime, altri per l’incremento dei costi che conosciamo e altri ancora da speculazioni essendoci intermediari che operano sul mercato in logica opportunista. Inoltre – ha spiegato Tasca – ci sono filiere che non hanno avuto un aumento effettivo dei costi perché vendono prodotti raccolti mesi fa, ma visto l’aumento della domanda alzano i prezzi lo stesso. Tutto ciò porta tensione sul mercato”. 

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