Serricoltura sostenibile, nuovi passi avanti

Il progetto Intesa riscuote consensi in Sicilia: come funziona

Serricoltura sostenibile, nuovi passi avanti
A passi spediti verso un nuovo modello di serricoltura intensiva sostenibile per la Sicilia e gli areali produttivi del Mediterraneo. Il progetto Intesa, di cui avevamo parlato anche nei mesi scorsi (clicca qui per leggere l'articolo), continua a coinvolgere gli attori locali. La settimana scorsa, ad esempio, l'impianto pilota allestito in serra presso la Op Moncada di Ispica (Ragusa) ha ricevuto la visita del Doses, il Distretto Ortofrutticolo Sud-Est Sicilia, uno dei firmatari dell'accordo Living Lab.



"Per la prima volta ho visitato la serra sperimentale del Progetto Intesa dove i tecnici del Crea e del Sosvi stanno portando avanti una serra innovativa e sostenibile tramite la tecnologia Agriponic - scrive su Facebook il presidente del Doses, Antonio Cassarino - L'Agriponic è una tecnica che coniuga i vantaggi dell'aeroponica con l'Nft ed ha una minore impronta carbonica perchè riduce gli input di acqua, energia elettrica, concimi e trattamenti fitosanitari. Inoltre l'assenza di substrato facilita la rimozione dei residui colturali a fine ciclo e permette la produzione di un pomodoro a residuo zero, Nichel Free, buono, sano e controllato".

Nel sistema Agriponic le radici delle piante crescono all'interno di una canalina chiusa - così come viene spiegato nella presentazione del progetto Intesa - e si alimentano sia attraverso la nebulizzazione della soluzione nutritiva, sia mediante il film di acqua che scorre sul fondo della canalina, favorendo una crescita delle piante maggiore, più rapida e con meno sprechi.



Il progetto Intesa porta avanti un aggiornamento tecnologico al sistema Agriponic e la sfida è quella di validare un processo produttivo per colture a ciclo lungo ad elevata sostenibilità, portando così vantaggi per l'ambiente e per il consumatore.

La serra pilota allestita nella Op Moncada sta riscuotendo molto interesse, anche perché potrebbe aprire la strada a un nuovo modello di serricoltura in Sicilia, permettendo di riconvertire gli attuali impianti con investimenti abbordabili. Ma soprattutto perché darebbe un impulso a produzioni a residuo zero, nichel free, di qualità controllata, sviluppando ortaggi gustosi e salubri a prezzi comunque contenuti.

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