«Prezzi su, consumi giù: invertire il trend»

Latini (Coop): «I discount sono un problema anche per la produzione»

«Prezzi su, consumi giù: invertire il trend»
Il paracadute è stato aperto già da diversi mesi in casa Coop Italia. Azioni per calmierare l'aumento dei prezzi al dettaglio e rallentare la caduta dei consumi perché, come dice l'amministratrice delegata Maura Latini, ad ogni punto di inflazione corrisponde mezzo punto di volumi venduti in meno. “E per l'ortofrutta, se avessimo riversato tutti gli aumenti sul prezzo finale, avremmo avuto una contrazione del 5% visto che secondo l'Ismea l'inflazione raggiunge l'11%”.
Prezzi e consumi, prezzi e discount, prezzi e futuro: l'inflazione, ribadisce Latini, è strutturale e non passeggera.




I rincari che sta subendo la filiera, quindi, il consumatore non li ha ancora visti nel carrello?

Abbiamo scelto fin dal dicembre scorso di dare un aiuto, un contributo concreto alle famiglie già in difficoltà. La pandemia, non dimentichiamolo, ha aggiunto problemi alle fasce più deboli e poi è arrivata la guerra e la situazione che tutti conosciamo. Abbiamo tenuto sotto controllo l'inflazione mettendo a disposizione un paniere di prodotti, soprattutto a marchio Coop, ad un prezzo che non ha ancora introdotto l'inflazione effettivamente già arrivata per noi in fase di acquisto. Lo abbiamo fatto perché gli aumenti dei prezzi si traducono sempre in una diminuzione dei consumi: le famiglie preoccupate per la situazione economica per un distributore come Coop sono un problema e lo dovrebbero essere per l'intera economia del Paese. Ad oggi stiamo pagando molta inflazione all'acquisto, ma in vendita ne abbiamo riversata solo una piccola percentuale: non potrà continuare così per molto, per questo auspichiamo da parte delle istituzioni un'attenzione particolare per le famiglie: il governo deve sostenere il potere di acquisto altrimenti ci sarà un calo rilevante delle vendite e quindi della produzione, con effetti a catena lungo tutta la filiera.

Sostenere i consumi dunque, ma con un'iniziativa a livello Paese e non lasciata alle singole insegne.

Prendiamo l'ortofrutta. Già agli inizi dell'anno ci sono stati importanti aumenti dei prezzi, soprattutto per le orticole sotto serra, appesantite dall'incremento dei costi energetici e di altri fattori produttivi. L'aumento dei prezzi si è purtroppo tradotto in una perdita di volumi piuttosto rilevanti. Se il governo individuasse categorie importanti di prodotti per la spesa quotidiana, facendo scelte di sostegno come l'abbassamento dell'Iva o altre iniziative, lo accoglieremmo volentieri perché è una necessità.



Coop Italia ha da poco annunciato la rivoluzione dei prodotti a marchio: si va verso una nuova era?

Ci piace chiamarla rivoluzione perché è davvero un cambiamento notevole. Al momento riguarda tutto il mondo del grocery industriale: stiamo partendo per blocchi molto robusti di merceologie, analizzando categoria per categoria, individuando le nuove necessità del consumatore e quelle che possiamo soddisfare. L'ambizione è di creare un assortimento che risponda a tutte le esigenze, ai nuovi stili di consumo e anche alle volontà delle giovani generazioni. Ci permetterà di valorizzare contenuti specifici e unici di Coop: rispetto dell'ambiente, garanzia dell'etica, sicurezza alimentare.

E l'ortofrutta come sarà investita da questo processo?

Questa rivoluzione indirizzerà moltissimo anche il lavoro sui Freschissimi. Abbiamo già numeri importanti di prodotti a marchio su carne e ortofrutta, proprio in questi giorni stiamo iniziando a riflettere di attivare il percorso anche su questi reparti, un percorso che segua lo stesso processo del grocery, quindi selezionando prodotti, fornitori e territori per mettere a disposizione il meglio che l'Italia può produrre in termini di qualità, ma anche con il giusto rapporto qualità prezzo, fattore sempre più necessario in un momento come questo.



Traccia i contorni di un percorso in cui le relazioni di filiera sono sempre più imprescindibili...

Abbiamo rapporti di filiera storici, fornitori che lavorano con noi da più di sessant'anni, a dimostrazione di come sul lungo periodo si possano attuare pianificazioni di reciproca soddisfazione. Continueremo su questa strada ma non sarà sufficiente: il Paese si sta impoverendo, l'attenzione alla convenienza sta crescendo, è necessario lavorare per recuperare efficienza. Sia chi produce che chi distribuisce ha bisogno delle istituzioni per recuperare su questo fronte: servono piani di politica agricola, altrimenti è uno sforzo non sostenibile soprattutto in una fase dove i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova l'agricoltura italiana. Il settore primario è il primo che farà i conti con la crisi climatica e la siccità di questi giorni lo rende evidente.

La marca del distributore è una leva strategia per rispondere ai consumi polarizzati?

L'Mdd aiuta, l'eccellenza di Fior Fiore pure. Ma il discount intercetta positivamente la necessità dei clienti di spendere meno tempo e meno soldi. Favoriscono assortimenti ristretti, non danno occasione di valorizzare i prodotti italiani. I discount sono un problema anche per la produzione: con poche referenze risolvono tutta l'offerta, l'Italia è invece ricca di specialità e ha bisogno di assortimenti ampi. Questa spinta verso il solo prezzo basso può rischiare di aprire le porte a prodotti a basso costo e a volte a bassa qualità che arrivano dall'estero. La produzione, però, non sempre pensa al rischio dei discount.

(Ha collaborato Alessandro Iasevoli)
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