Puglia, incendio nel ghetto: bracciante muore carbonizzato

Puglia, incendio nel ghetto: bracciante muore carbonizzato
Tra la notte di domenica e lunedì un rogo è divampato nel cosiddetto gran ghetto, una baraccopoli in località Torre Antonacci, tra Rignano Garganico e San Severo, dove vivono centinaia di migranti come Yusupha Joof il cui corpo carbonizzato è stato ritrovato riverso a terra. Probabilmente stava dormendo quando è scoppiato il rogo. Yusupha era originario del Gambia, aveva 35 anni e lavorava nei campi della Capitanata. I carabinieri indagano per individuare l'origine del rogo. Nello stesso ghetto, nel marzo di cinque anni fa, morirono carbonizzati altri due giovani braccianti del Mali. In quell'occasione il ghetto fu sgomberato, ma nel corso dei mesi successivi si ricostituì l'insediamento irregolare, dove ora alloggiano circa 1500 persone.



“La tragedia di Rignano ci mette nuovamente di fronte alla drammatica situazione dei ghetti in provincia di Foggia, dove alloggiano migliaia di braccianti stranieri comunitari ed extracomunitari che vivono in condizioni disumane e inaccettabili. La morte di questo giovane bracciante ci addolora e ci spinge a sollecitare ancora una volta l’intervento di istituzioni e politica per dare una risposta ferma e risolutiva a questo fenomeno”.

Così il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota dopo la notizia dell’incendio scoppiato nel ghetto di Torretta Antonacci.

“Siamo consapevoli della complessità della situazione, ma non possiamo più attendere. In questi giorni stiamo incontrando deputati e senatori per sottoporre il testo di una mozione che abbiamo denominato “Mai più ghetti” con l’auspicio che se ne facciano promotori presentandola alle Camere e avviandone il relativo iter parlamentare. Un’azione necessaria – continua il sindacalista - per impegnare il Governo verso iniziative concrete con cui garantire dignità, sicurezza, legalità, monitorare costantemente gli insediamenti presenti nel territorio nazionale, ripensare le politiche migratorie, la gestione dell’accoglienza e delle necessità abitative. Quanto è accaduto a Rignano conferma che intervenire è ormai una esigenza di civiltà” conclude il Segretario Generale Rota.