Malattie da marciumi del melo, minacce e difese

Infezioni da Gloeosporium, Basf propone Scala: «Selettività e residualità adatta alla filiera»

Malattie da marciumi del melo, minacce e difese
La fase di post-raccolta delle mele è delicata per l’insorgere delle malattie da conservazione, come i marciumi causati da funghi. Tra le fitopatologie più dannose sicuramente ci sono quelle determinate da Gloeosporium sp. Quali strategie mettere in pratica? Se ne è parlato nel webinar "Malattie da conservazione del melo - evoluzione del contesto e nuove strategie di prevenzione in pieno campo", organizzato da Fondazione per l'Agricoltura F.lli Navarra, BASF e Apofruit.
 “Il Gloeosporium – spiega Gianni Ceredi, responsabile sperimentazione Apofruit - è tra i patogeni più temuti dalle mele in post raccolta, questo patogeno si è sviluppato negli areali emiliano-romagnoli parallelamente all’introduzione di varietà di mele più sensibili allo sviluppo dell’infezione. Ma - continua l’esperto - oltre la sensibilità varietale, altri aspetti che influenzano la gravità delle infezioni sono lo stadio in cui avviene la contaminazione, il grado di maturazione dei frutti, i cambiamenti metabolici dovuti alla maturazione dei frutti e fattori strutturali delle lenticelle”.



“Una grande difficoltà – chiarisce Ceredi – è il monitoraggio delle fonti di inoculo in campo. Nel frutteto e nei tessuti dei frutti è complesso individuare il patogeno e inoltre non vi sono modelli previsionali per definire la soglia di rischio del marciume lenticellare. Un aspetto fondamentale per capire quelli che sono i frutti più suscettibili allo sviluppo del patogeno è lo stato di maturazione, infatti, i frutti più maturi sono più suscettibili in quanto hanno meno clorofilla nella buccia”.

Scala, applicazione e prove in campo

Va quindi valutata l’applicazione di un fungicida. Basf, ad esempio, propone Scala. “Il principio attivo del prodotto è il Pyrimethanil, che è la piramidina con il miglior profilo tossicologico ed ecotossicologico – illustra Mirko Valente, technical crop manager di Basf - Per quanto riguarda l’applicazione si eseguono 2-3 trattamenti di 1,5Lt/ha con un intervallo minimo tra le applicazioni di 10 giorni”.

“Parlando delle prove con Scala – spiega Michele Mariani, responsabile area frutticola e coordinamento attività sperimentali della Fondazione Navarra – è stata eseguita su melo varietà Rosy Glow con densità di impianto di 2000 alberi ad ettaro. Lo scopo della prova è quella di valutare l’efficacia preventiva di diversi P.A., tra cui Scala, nel controllo di Gloeosporium album. Il prodotto di Basf ha mostrato delle percentuali di efficacia nella riduzione del danno molto soddisfacenti, quasi dell’80%. È fondamentale - continua Mariani -valutare il ruolo del timing dei trattamenti rispetto alle precipitazioni. Infatti, nel periodo che oscilla da 30-20 giorni dalla raccolta le applicazioni pre-pioggia sembrano più efficaci rispetto a quelle fatte post”.



“Scala – chiosa Valente - ha mostrato un ampio spettro d’azione anche contro Botrite, Monilia e presenta una residualità compatibile con le esigenze della filiera”. Un altro aspetto che avvalora il prodotto di Basf è il profilo regolatorio, infatti, il principio attivo non è candidato alla sostituzione.

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