Piemonte, è allarme Popillia Japonica

Piemonte, è allarme Popillia Japonica
Dalla Valle Elvo alla Valsessera, ma anche nella pianura del basso Biellese: non c'è orto che ormai non sia invaso dalla «Popillia Japonica», l'insetto che infesta e distrugge piante da frutto e ornamentali. A pagarne il conto non sono solo gli imprenditori agricoli, ma anche tutte quelle persone che attendono l'arrivo della bella stagione per poter raccogliere i prodotti dei loro orti. Roberto Gremmo guarda sconsolato il suo orto a Pettinengo: «Un disastro - dice -. Solo ieri ho tolto 40 insetti dalle mie viti. Da 15 giorni me le ritrovo ovunque, stanno distruggendo tutto». Stessa cosa a Zumaglia: «Mai avrei pensato che d'estate avrei dovuto comprare l'insalata al mercato, ma quegli insetti giapponesi mi ha distrutto tutto» racconta Luigi Mazzia. Le cose non vanno meglio a Sandigliano. «Nel mio giardino questo parassita ha divorato le foglie di una vite in appena 24 ore e adesso si sta spostando sulle rose e sul caco - dice Cesare Maia, presidente del Biella Rugby a appassionato di giardinaggio -. Il mio vicino ieri sera mi ha mostrato il suo ciliegio: totalmente divorato».

Ovunque si cercano rimedi. «Ho trovato un antiparassitario che sto usando sugli alberi da frutto e i risultati sono buoni – spiega Angela Pezza di Occhieppo Inferiore -. Non l'ho utilizzato sulle piante di pomodoro e infatti tutte le foglie sono state mangiate: vedremo cosa ne sarà del frutto». Chi riesce a contenere la piaga è il florovivaista Celestino Lanza, di Ronco. «Ogni settimana utilizzo un prodotto specifico che le tiene lontane. La spesa non è indifferente, ma almeno riesco a salvare le mie piante».

L’invasione sembra però essere alle battute finali. «La Popillia sta terminando il suo ciclo biologico – spiega Giorgio Macchieraldo, dell'Associazione Contadini -. Chi non ha salvato il raccolto con i vari anticrittogamici, potrà ancora sperare di raccogliere qualcosa. Intorno al 20 luglio questo insetto dovrebbe sparire dalla circolazione e i proprietari degli orti ritornare a raccogliere le verdure». I problemi, secondo Macchieraldo, sono di altra natura. Le uova sono deposte sotto terra, i floricoltori piemontesi avranno quindi difficoltà a vendere le piante nelle zone (in Italia o all’estero) dove l'insetto non è arrivato. «Nel nostro territorio l’invasione sarà maggiore il prossimo anno – spiega ancora Macchieraldo -: purtroppo non esistono antiparassitari che possano intaccare le uova». Una soluzione è trovare un antagonista naturale (cioè un altro parassita) che possa ridurre l'infestazione. «Le speranze di salvare i prossimi raccolti ci sono: abbiamo un anno di tempo per individuare il nuovo parassita».

Fonte: La Stampa