La stangata dell'irrigazione: «Pagheremo 5 volte di più»

In Emilia-Romagna cresce la preoccupazione. Confagricoltura: «Stimiamo 430 euro a ettaro»

La stangata dell'irrigazione: «Pagheremo 5 volte di più»
C'è poca acqua e pompare quella che c'è per irrigare costa e costerà parecchio. Insomma, problemi diretti e indiretti di questa terribile siccità che sta picchiando duro sull'ortofrutta.

La frutta estiva sta pagando lo scotto dell'andamento climatico, con una prevalenza di calibri ridotti, e ha ancora tanta sete. Idem per i frutti dell'autunno, pomacee e actinidia in testa, che dovranno essere irrigati ancora per tanto tempo. Sempre che la risorsa idrica resti disponibile.



Quel che è certo è che l'acqua costerà di più. In Emilia-Romagna, dove nei vari areali produttivi si è nel pieno della campagna drupacee e poi toccherà a mele, pere e kiwi - senza contare i trapianti di fragole e le varie orticole - c'è apprensione per il destino della principale infrastruttura irrigua della zona: il Canale Emiliano-Romagnola, l'asta che distribuisce l'acqua del Po.

“La raccolta dei prodotti ortofrutticoli finisce a metà settembre e non è detto che l’acqua che serve per irrigare i frutteti sia sufficiente - afferma sulle colonne de Il Fatto Quotidiano Marco Piccinini, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna  - Penso anche alle pesche tardive, alle pere e alle mele”.
 

Di certo c'è solo l'incremento dei costi. “L’effetto combinato dell’aumento della quantità di acqua necessaria e dei rincari del prezzo dell’energia portano anche a un balzo dei costi di irrigazione per la frutta fino a cinque volte rispetto alla media degli anni passati. Giorni fa – continua Piccinini – abbiamo calcolato circa 430 euro a ettaro solo di energia elettrica (nel 2020, il costo era di 92 euro), ma con gli aumenti degli ultimi giorni, le dico che si tratta di un prezzo che può ancora crescere”.

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