Cambio orario nei mercati, a Milano si va ai voti

Musso (Masterfruit): «All’Ortomercato la maggior parte dei grossisti vuole il diurno»

Cambio orario nei mercati, a Milano si va ai voti
Anche al Mercato di Milano il dibattito sul cambio orario si fa sempre più pressante. Nel capoluogo lombardo spirano venti di cambiamento e il processo di innovazione potrebbe consentire all’Ortomercato di orientarsi verso la fascia diurna del lavoro e della contrattazione. Quindi prendere spunto dai mercati spagnoli e dalla struttura romana per aprire un nuovo ciclo.
“Il punto di partenza – afferma Salvatore Musso, titolare della Masterfruit Srl società che opera all’interno dell’Ortomercato di Milano - non può che essere il cambio delle lancette. I mercati, da tempo, necessitano di questa rivoluzione per migliorare la loro attrattività occupazionale e soprattutto permettere un impellente cambio generazionale”.




A Milano si smuovono le acque. L’associazione grossisti ortofrutticoli ha realizzato, nelle scorse settimane, un sondaggio riservato ai titolari di punto vendita del Mercato Ortofrutticolo di Milano sul tema degli orari di contrattazione al fine di valutare il sentiment degli operatori.
“Da quello che emerge – spiega Musso – i grossisti sono stanchi di continuare la vita notturna anche perché l’orario diurno potrebbe portare nuova linfa a queste strutture. Il cambiamento deve coinvolgere tutti gli operatori, dai grossisti ai fruttivendoli. Di fatto Il processo deve partire da un progetto sinergico tra gli enti gestori delle strutture, operatori e associazioni di categoria”.



Evitare la concorrenza sleale tra strutture e tra grossisti

Bisogna fare attenzione che quando si parla di cambio orario ci si riferisce alla fase di contrattazione. Ovvero le contrattazioni devono avvenire nello stesso arco temporale per tutti i grossisti, in modo da evitare che si crei la corsa all’apertura anticipata, senza che la contrattazione avvenga prima dell’orario consentito.
“Questo tipo di problema le strutture se lo trascinano da tempo, quindi, è opportuno monitorare attentamente l’orario di entrata degli acquirenti. L’orario diurno smusserebbe questa corsa all’approvvigionamento e alle pratiche sleali tra stand”, chiarisce Musso.
Ovviamente la fattibilità dell’apertura diurna deve essere implementata su scala nazionale in modo da non alterare il comparto e dare un segnale forte all’intera filiera, quindi tutti o nessuno.



Trovare del personale disposto a lavorare la notte è quasi impossibile, nonostante le retribuzioni sono più alte rispetto ad incarichi diurni e diventa complicato passare gli stand ai giovani, sempre meno attratti dalla notte – rimarca il grossista - Per quanto riguarda i fruttivendoli e gli ambulanti potranno abituarsi al cambiamento solo migliorando gli strumenti: ragionare sulla vendita day by day è limitante, bisogna programmare – conclude Musso - Tutti dobbiamo contribuire a questo step imprescindibile per il bene dei mercati”.

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