Attualità
Uve seedless con residui di seme: colpa degli stress termici
L’agronomo Carlomagno: «L’acino ritarda l’aborto del seme»
Le uve seedless stanno conquistando il mercato dell’uva da tavola, i grappoli hanno il medesimo gusto degli acini con i semi ma permettono ai consumatori di non avere il fastidio del seme in bocca. L’uva apirena ha un buon appeal commerciale, ricercata per la sua particolare dolcezza e perché non presenta i vinaccioli, ovvero i piccoli semi contenuti nell’acino. Quindi cosa ci può essere di più sconveniente per chi acquista uva apirena? Ovviamente avere la sorpresa di trovare il seme all’interno dell’acino. La colpa non è da attribuire al produttore, bensì questo fenomeno può essere causato da una reazione dell’acino allo stress termico.
Ogni anno, con l’acutizzarsi degli eventi climatici estremi, è sempre più comune trovare la sorpresa del seme nelle seedless, poiché il grande caldo anticipato, nel mese di maggio e giugno, ha apportato una modifica nel processo di formazione dell'acino che non riesce ad abortire il seme che sarà presente all’interno dell’acino.
“A causa degli stress termici – spiega l'agronomo Antonio Carlomagno in un video pubblicato sulla pagina Linkedin dell’Op Agritalia - vissuti nel periodo della fioritura, momento cruciale per la fecondazione, nelle varietà apirene non si implementa l’aborto precoce del seme ma a causa della reazione dell’acino allo stress termico l’aborto prematuro ritarda e si traduce nella presenza di un seme non totalmente lignificato. Diciamo che si possono presentare residui di seme che si notano nella masticazione dell’acino delle uve apirene, ovviamente non è un seme lignificato come quello delle uve con semi”.
La presenza di residui di seme viene definita stenospermocarpia, in queste uve il processo fisiologico prevede l'impollinazione del fiore, la fecondazione e il successivo aborto del seme. L'acino formato arresta precocemente lo sviluppo e la bacca rimane di dimensioni ridotte. Quindi non si parla di apirenia perfetta (definite di tipo Corinto) in cui non avviene la fecondazione ma l’allegagione e l’accrescimento sono caratterizzati dall’azione ormonale e non vi è alcuna traccia del seme.
Anche per le seedless la prossima sfida sarà contrastare gli stress termici per non giocare brutti scherzi ai consumatori che tanto apprezzano questo prodotto.