Pesche e nettarine, come aumentano i prezzi

Crescono più in campo che al dettaglio. L'analisi di Ismea

Pesche e nettarine, come aumentano i prezzi
I prezzi di pesche e nettarine aumentano in modo importante, ma l'incremento è più forte in campo che al dettaglio. Lo si desume dall'ultimo rapporto di Ismea dedicato alla frutta estiva. La prima parte della campagna commerciale di pesche e nettarine, infatti, è stata caratterizzata da un’offerta limitata e da prezzi all’origine – ossia al cancello dell’azienda agricola – molto alti che si sono attestati su livelli superiori sia al 2021 sia al prezzo medio del triennio 2019-2021.



Ismea, nelle prime due settimane di luglio, rileva il prezzo all'origine di pesche a polpa gialla di circa 0,90 euro il chilo, per un incremento del 35% rispetto allo scorso anno e del 60% rispetto alla media del triennio 2019-2021.
Sempre all'inizio del mese scorso il prezzo all'origine delle pesche bianche si è attestato a circa 0,95 euro il chilo come media nazionale, un più 50% sul 2021 e un aumento del 70% sul triennio. Passando alle nettarine a polpa gialla l'Istituto rileva una quotazione ai cancelli dell'azienda agricola di 0,98 euro il chilo, +19% su base annua e +45% sul triennio. Per questa referenza, però, ci sono mercati in controtendenza con una riduzione del 13% a Salerno, del 15% a Forlì e del 7% a Metaponto.
Aumenti anche per le nettarine a polpa bianca: prezzo medio nazionale 1,04 euro il chilo franco azienda, +44% sul 2021 e variazione del 55% sul triennio. Trend simili per le pesche piatte.



Le vendite al dettaglio nella distribuzione moderna durante il primo semestre mostrano però un aumento del prezzo medio del 23% rispetto sia al 2021 che al 2020. Una valore inferiore rispetto agli incrementi all'origine, si può quindi desumere lo sforzo di ammortizzare gli aumenti lungo la filiera. Per quanto riguarda gli acquisti di pesche da parte delle famiglie italiane nei primi sei mesi sono stati il 28% in più a valore, ma solo del 4% a volume.

Il confronto delle vendite al dettaglio del 2021 con i dati medi del triennio 2018-2020, mostra poi un’ampia flessione degli acquisti in quantità (-5%) e il consistente aumento dei prezzi medi - del 22% circa - che già lo scorso anno aveva portato a un incremento della spesa del 16%.



In attesa dei dati di agosto e del finale di campagna a settembre - un mese che sta diventando sempre più importante per pesche e nettarine - Ismea ricorda che "fin dall’esordio sui mercati in maggio, i prezzi pagati ai produttori si sono attestati su livelli alti e il divario rispetto agli anni precedenti è cresciuto a mano a mano che la campagna 2022 è progredita. Per il prosieguo della campagna di pesche e nettarine è lecito attendersi un fisiologico calo dei prezzi all’origine e al dettaglio ma le quotazioni si confermeranno comunque in forte aumento rispetto agli anni precedenti".

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