Frutta secca, sei mesi tra luci e ombre

Consumi in rosso. Prodotti con guscio in sofferenza: l'analisi

Frutta secca, sei mesi tra luci e ombre
La frutta secca è entrata a fare parte della “dieta” giornaliera degli italiani. Le occasioni di consumo sono diverse – dalla colazione alla merenda, dall'aperitivo al dopo cena – e il claim salutistico negli ultimi anni ha favorito i consumi. Consumi che, nei primi sei mesi del 2022, mostrano però il segno rosso come evidenziato nell'ultima pubblicazione dell'Ortofrutta in Cifre (clicca qui per approfondire).



Un risultato che deriva da un primo trimestre brillante e da un maggio e giugno da dimenticare. Alla fine i conti dicono che nella distribuzione moderna da gennaio a giugno si è perso il 4,5% a volume e il 2,3% a valore. Un dato peggiore della media del reparto (+0.9% a valore, -5,6% a volume), come emerge dalle rilevazioni del Monitor Ortofrutta di Agroter.

Nonostante la pressione promozionale sia aumentata per cercare di mantenere i volumi del 2021 – in un settore dove le materie prime provengono in maggior parte dall'estero – i conti sono in rosso. D'altronde ci voleva la sfera di cristallo per prevedere con anticipo tutti i fattori negativi che si sono inanellati dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina in poi. I prezzi medi a scaffale, complice la spinta promozionale, sono diminuiti – almeno un piccolo vantaggio per il consumatore – ma nonostante questo le vendite a volume non si sono riprese.

Le luci...


In questo quadro è comunque possibile trovare segnali positivi. Prendiamo ad esempio i prodotti sgusciati: in generale nel primo semestre fanno registrare incrementi, probabilmente i consumatori li premiano per la loro praticità. Le creme di sola frutta secca, sorpresa dello scorso anno, continuano la loro ascesa pur ridimensionando le percentuali di incremento del 2021: le aziende specializzate in questa referenza parlano di un incremento che sta poco sotto il 10%.



Sorpresa positiva per i vari mix sgusciati che negli anni della pandemia erano in forte sofferenza: hanno registrato aumenti di circa l'8/10 % sia a volume che a valore; stessa situazione per le albicocche secche - con aumenti intorno al +5% - e anche le barrette dopo un paio d'anni difficili stanno tornando ai livelli pre-covid.



In reparto sono più presenti le vaschette trasparenti, novità degli ultimi anni, che mostrano crescite a ridosso della doppia cifra e vengono premiate negli acquisti proprio per la visibilità che danno del prodotto e contribuiscono a rendere gli assortimenti più profondi.

… e le ombre


La frutta secca con guscio, che di solito trainava l'intera categoria con i suoi articoli importanti, è in forte sofferenza proprio per effetto dell'aumento dei prodotti sgusciati che hanno cannibalizzato quelli con guscio. Noci a parte, arachidi e pistacchi hanno avuto dati negativi, questa nuova tendenza dovrà fare riflettere sulle proposte negli assortimenti, considerando che all'estero i prodotti sgusciati hanno già da anni performance positive.



Continua poi il calo dei prodotti disidratati come le referenze esotiche -10% (ananas-mango-papaya) e lo zenzero. Forse l'eccessivo zucchero con cui viene (spesso) proposto funge da freno per consumatori sempre più attenti agli aspetti salutistici. E poi servirebbe più attenzione alle varietà impiegate, perché spesso si trovano in commercio prodotti che risultano legnosi e stopposi.

In deciso calo anche prodotti maturi come prugne secche (-6%) e semi di zucca (-15%), questi ultimi anche per mancanza di materia prima e di conseguenza poca pressione promozionale. Dopo anni positivi, poi, a sorpresa si registra un calo dei consumi del -5% anche per gli anacardi.

I nodi da affrontare

Le avancasse in passato hanno contribuito al successo della categoria, ma ora – e lo dico anche da consumatore – le trovo spesso non gestite correttamente: mancanza di merce, proposta confusa e poco funzionale.

L'italianità – ove possibile – è un valore sempre più cercato dagli acquirenti di frutta secca, ma serve alzare l'asticella della qualità perché a fronte di eccellenze riconosciute come le varie nocciole Igp, noci, castagne, pinoli italiani o le nuove arachidi Made in Italy, tutta l'offerta tricolore deve fare un passo avanti per assicurare al consumatore un'esperienza adeguata alle aspettative. A garantire tutto ciò nel futuro sarà sempre di più la marca del distributore, che sta ampliando la sua copertura del comparto.



Per ribaltare le sorti della frutta secca ora si spera nell'autunno-inverno. Siamo di fronte ad una categoria che negli ultimi anni ha sempre saputo vincere le diverse sfide e le difficoltà che ha incontrato. Lo ha fatto con risposte veloci da parte di fornitori capaci di cogliere gli spunti e le opportunità con proposte e innovazioni in linea con le esigenze del mercato, permettendo di diventate parte importante per il reparto ortofrutta, sia per l'apporto in termini di vendite che di marginalità.

Legumi secchi e semi oleosi sono chiamati a una riscossa. Il loro contributo al rosso della categoria è importante: ma con qualità, italianità e comunicazione possono recuperare posizioni.

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