IV Gamma, non abbassare la guardia

Passare da prodotto servizio a... disservizio è un attimo

IV Gamma, non abbassare la guardia
La crescita c'è, le difficoltà pure. La IV Gamma vive un periodo di luci e ombre: dopo il tonfo del 2020 – complice gli effetti del Covid – la categoria ha messo in atto un brillante recovery lo scorso anno e nei primi sei mesi di quest'anno ha continuato a crescere (clicca qui per leggere l'approfondimento), anche se i sentori degli ultimi due mesi sono di un rallentamento.

Gli attori della filiera fanno notare difficoltà crescenti – qui l'intervista a Massimo Bragotto di Cultiva – e per il mondo delle insalate in busta gli aumenti dei costi produttivi sono davvero importanti: ma per il momento la categoria regge e se il reparto ortofrutta mostra un calo generalizzato dei consumi, i prodotti servizio tengono.

Attenzione però a non abbassare la guardia, perché passare da prodotto di servizio a prodotti di disservizio è un attimo.



Parlando infatti di insalate pronte, da consumatore negli ultimi mesi ho notato un calo della qualità e tenuta del prodotto, rilevando spesso problemi di questi prodotti ad arrivare “sani” alla data di scadenza. Sicuramente non hanno aiutato le alte temperature che già da maggio hanno stressato parecchio la materia prima fresca. Ma la garanzia di qualità resta un elemento centrale nella proposta della IV Gamma.

Non dimentichiamo poi che diverse insegne della Gdo e Do hanno esteso in questi anni il loro marchio su molti di questi articoli, quindi a maggior ragione dovranno fare attenzione a non deludere i consumatori e in sinergia con i fornitori la filiera deve trovare le necessarie contromisure al fine di evitare “incidenti di disservizio”.



Sappiamo bene che prima di arrivare sulle tavole dei consumatori la filiera della IV Gamma è lunga ed articolata, anche se il lavoro si concentra in poco tempo: i prodotti sono lavorati, consegnati e posti nei banchi refrigerati dei negozi al massimo in 24 ore. Ed ogni attore deve svolgere in modo corretto il proprio ruolo.

Tutto parte da una materia prima fresca di qualità, poi ci sono le varie operazioni di magazzino (taglio, lavaggio, igienizzazione) che devono minimizzare gli stress, prima di confezionare le insalate e consegnarle ai vari centri di distribuzione. In questo percorso non si deve mai interrompere la catena del freddo, finché buste e ciotole non sono consegnate ai negozi e finiscono nei banchi refrigerati.



Vista la delicatezza dei prodotti in questione, è importante avere massima attenzione in tutti i vari passaggi, evitando anche gli shock termici (interruzione della catena del freddo) che deteriorerebbero il prodotto, creando problemi di marcescenza sia a “casa” dei consumatori, che sfridi a negozio con prodotti da buttare a fine giornata.

Anche i consumatori hanno le loro responsabilità: spesso sono ignari della delicatezza di queste referenze e le potrebbero rovinare involontariamente lasciandole al caldo o schiacciandole nel carrello. Qualche consiglio, anche sul pack dei prodotti, non guasterebbe.

Ci sono quindi tanti accorgimenti da mettere in atto per difendere il valore dei prodotti servizio in questo periodo di crisi nei consumi, dove la rotazioni stanno rallentando e quindi diventa ancora più importante la gestione precisa degli ordini giornalieri, evitando - oltre alle rotture di stock - le quantità eccessive di prodotto ordinate.

Una categoria importante come questa, che da anni rappresenta oltre il 10% del fatturato del reparto ortofrutta, ha sempre saputo reagito positivamente anche alle improvvise crisi di vario genere che negli ultimi 15 anni si sono presentate ciclicamente, adeguandosi sempre con velocità ai nuovi bisogni dei consumatori e proponendo sempre prodotti innovativi. Anche questa volta sarà così.

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