«Pere coscia tra sovrapproduzione e rincari»

Galati (La Frutta del Ponte): «Danni limitati grazie alla nostra esperienza»

«Pere coscia tra sovrapproduzione e rincari»

Se anno scorso hanno sofferto di un importante calo produttivo (clicca qui per approfondire), quest’anno le pere coscia di Bronte (Catania) hanno avuto un andamento opposto.

“Sulle piante c’è stato tantissimo prodotto, noi ne abbiamo commercializzate circa mille tonnellate – spiega a IFN Salvatore Galati, amministratore della cooperativa de La frutta del Ponte, specializzata nella produzione di pere coscia e pesche tabacchiere – ma il problema lo abbiamo avuto lato vendite: c’è stato un vero e proprio crollo dei consumi, causato dal caro-vita che sta colpendo le famiglie italiane. I consumatori non riescono più a spendere quello che prima dedicavano all’ortofrutta e ora devono fare i conti anche con il caro-bollette, che a noi riguarda anche lato produttivo”.

Quest’anno i frutti sono rimasti più piccoli del solito, a causa delle problematiche climatiche che hanno colpito le piante. “E’ un problema ormai all’ordine del giorno ed è la stessa cosa che è successa anche per le albicocche – dice Galati – per fortuna grazie alla nostra marca accreditata sul mercato non abbiamo avuto particolari problemi di vendita ma i prezzi sono rimasti molto bassi”.
E continua: “Quest’anno in generale i produttori soffrono perché stiamo assistendo ad un’inflazione tale che i prezzi dei prodotti non bastano a coprirne le spese. I mercati quest’anno sono crollati: tra una produzione eccessiva e i rincari, tutti i consumi sono diminuiti”.

Fortunatamente gli eventi climatici avversi non hanno influito sul livello qualitativo dei frutti: “Non abbiamo registrato malattie sulle pere e nessun problema sulla buccia, i frutti presentano tutti un ottimo sapore”.
Un livello qualitativo a cui l’azienda è arrivata grazie al suo costante sostegno ai produttori e anche grazie alle caratteristiche dell’areale produttivo.
“Seguiamo da vicino i nostri produttori associati tramite agronomi specializzati – specifica l’amministratore della cooperativa – e quest’anno siamo riusciti ad avere un prodotto omogeneo come pezzatura grazie a consigli su irrigazione e concimazione. L’80% dei frutti prodotti dalla nostra cooperativa hanno avuto un buon livello qualitativo. Ancora una volta è stata la nostra esperienza in campo, ed in mercato, a salvarci e a far distinguere il livello dei nostri prodotti”.
Anche il contesto ambientale ha influito sulla qualità dei prodotti: “Ci troviamo in una zona di terreni alluvionali distribuiti tra le falde dell’Etna e il Simeto – commenta Galati – si tratta di terre molto fertili perché ricche di sostanze nutritive. Inoltre, grazie all’altitudine, possiamo contare su notevoli sbalzi termici che garantiscono l’omogeneità dei frutti e il loro sapore particolare”.

Per i prossimi anni, l’azienda continuerà ad investire sulle pere coscia e sulle pesche tabacchiere: “Sono i nostri frutti di riferimento e abbiamo intenzione di aumentarne la produzione e, soprattutto, il livello qualitativo – conclude l’amministratore de La Frutta del Ponte – le piantagioni vecchie le stiamo estirpando tutte per trasformarle in piantagioni a V, che ci garantiscono maggiore produttività e minore utilizzo della manodopera”.