AIAB RISPONDE ALL'ARTICOLO DI IERI DI REPUBBLICA. LA CHIMICA FA MALE: NEL PIATTO, NELL'ARIA, NELL'ACQUA, MA IL BIOLOGICO FA BENE A CHI LO COLTIVA E A CHI LO CONSUMA

AIAB RISPONDE ALL'ARTICOLO DI IERI DI REPUBBLICA. LA CHIMICA FA MALE: NEL PIATTO, NELL'ARIA, NELL'ACQUA, MA IL BIOLOGICO FA BENE A CHI LO COLTIVA E A CHI LO CONSUMA
"Ciò che il biologico sostiene, da sempre, non è solo che la chimica fa male, ma che il metodo biologico fa bene a chi lo pratica e ai consumatori, perché la buona agronomia difende le risorse naturali e garantisce prodotti buoni e sani. Che la chimica faccia male è sapere comune di chi ha voglia di studiare e leggere la bibliografia scientifica: un solo esempio sono gli studi epidemiologici di Curl et al., che dimostrano come nei bambini l'uso di prodotti bio si manifesta nell'immediata scomparsa dei residui di pesticidi nelle urine. E' sapere comune anche il fatto che la valutazione dei pesticidi e la loro autorizzazione si basa solo sulla tossicità acuta, non su quella cronica ed ancora meno sull'effetto dei multiresiduo. Ma una visione riduzionistica dell'agricoltura e dell'uso della chimica è funzionale alla PAC che si sta votando, con nessun attenzione all'ambiente, e al Piano Nazionale sull'uso dei pesticidi, teso solo a legittimarne l'uso. Su entrambi gli argomenti AIAB è intervenuta con proposte concretissime, sostenute dalle evidenze scientifiche e dalle richieste dei cittadini".
E' questo il commento di AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica all'articolo sul biologico, pubblicato ieri da Repubblica (clicca qui per consultarlo).
"In presenza di questa tolleranza sui pesticidi e di questa Politica Agricola Europea cieca alle esigenze e alle volontà dei cittadini europei - ha dichiarato Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB – il bio rappresenta l'unico modello agricolo alternativo pulito e sicuro, da inserire in una dieta diversificata ed equilibrata. Siamo abituati a vedere istituzioni scientifiche che, sempre più spesso, per difendere interessi ben più grandi e consolidati riducono le analisi comparative all'aspetto meramente nutrizionale dei prodotti bio, tralasciando le vere differenze: maggiore fertilità del suolo, maggiore biodiversità ed infine assenza di pesticidi di sintesi nel prodotto, nell'aria, nell'acqua. Se invece vogliamo essere seri, dobbiamo concludere con un'analisi di tutti gli impatti dell'agricoltura e di tutti gli aspetti qualitativi dei cibi: allora sarebbe evidente come e quanto il bio sia una risposta percorribile e vincente".

Fonte: Ufficio Stampa AIAB