LE PREVISIONI DELLA STAGIONE PER IL TUBERO PER ANTONOMASIA: LA PATATA … CON LUCIANO TRENTINI - COORDINATORE CEPA

LE PREVISIONI DELLA STAGIONE PER IL TUBERO PER ANTONOMASIA: LA PATATA … CON LUCIANO TRENTINI - COORDINATORE CEPA
Bianchi - Dott. Trentini, intanto complimenti per questo nuovo e prestigioso incarico nell'ambito del CEPA; incarico certo non facile ma molto stimolante. Quali sono le previsioni di raccolta e di sviluppo del mercato per la stagione delle patate italiane?

Trentini
- Sarà un'annata difficile per i produttori di patate che hanno dovuto fare i conti con un andamento climatico particolarmente avverso a causa dei freddi persistenti e soprattutto delle abbondanti precipitazioni di fine inverno e inizio primavera che hanno interessato tutto il Nord Europa e le regioni del Nord Italia. Questa situazione ha reso impraticabili molti terreni impedendo di fatto le semine delle patate che sono state procrastinate in molti casi di 20-40 giorni.
La situazione non è stata migliore nel Nord dell'Europa, dove si sono prima ritardate le semin ed in alcuni casi ridotte le superfici già programmate per la coltivazione delle patate.
Siamo di fronte ad una riduzione della produzione sia a livello nazionale sia europeo, che di fatto tiene alta la quotazione delle patate di qualità.
Un aspetto negativo legato all'elemento prezzo è determinato dal fatto che qualche agricoltore abbia proceduto alla raccolta di patate non sufficientemente mature, le quali in presenza di elevate temperature hanno evidenziato alcuni difetti che, se non contenuti, potrebbero con il tempo danneggiare la domanda.
L'andamento climatico avverso ha influito negativamente anche sulla omogeneità della germinazione, il che comporterà probabilmente a calibri disformi a discapito della produttività.
Volge ormai al termine la raccolta in Puglia ed è a tre quarti quella in Campania. In Emilia-Romagna e Veneto ha preso avvio la scavatura dei tuberi negli areali sabbiosi della fascia litoranea ferrarese e ravennate e della zona di Chioggia oltre che in quelle aree dove le semine sono avvenute regolarmente e negli appezzamenti dove le patate hanno subito danni per l'elevato innalzamento delle temperature. L'andamento climatico favorevole di quest'ultimo periodo ha comunque consentito un netto miglioramento della situazione vegetativa delle coltivazioni, per cui non si ha ancora la percezione esatta della riduzione della produzione che potrebbe aggirarsi da un 15 ad un 25% a seconda delle aree. Per concludere, oggi si può affermare che la carenza di prodotto, sia nel Nord Europa, sia nel Sud (incapace di soddisfare le richieste), fa mantenere elevata la quotazione e potrebbe favorire un anticipo delle scavature in quei Paesi che oggi dipendono quasi esclusivamente dall'estero.
Le informazioni relative all'andamento produttivo e di mercato sono retraibili al CEPA - Centro per la Documentazione della Patata che coordina la Borsa Patate, strumento creato dalla filiera in sinergia con la Regione Emilia-Romagna proprio per sviluppare le attività necessarie a migliorarne l'organizzazione. 
   
Bianchi - Ci può fornire una panoramica sui "grandi numeri" del mercato italiano delle patate in riferimento alla produzione, agli scambi (import-export) e ai consumi?


Trentini - La produzione italiana di patate si colloca intorno ai 15/16 milioni di quintali di tuberi, coltivati su una superficie di poco superiore ai 44.000 ettari. Questa produzione si concentra prevalentemente nelle regioni Campania, Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo.
A fronte di una produzione tendenzialmente in calo, i consumi si sono stabilizzati intorno ai 20-22 milioni di quintali fra prodotto fresco e quello destinato alla trasformazione industriale. Un disavanzo pesante, di oltre 500.000 tonnellate, pari ad una superficie coltivata di circa 13.000 ettari. 
Le informazioni rilevabili dalla banca dati del CSO relativamente ai consumi confermano come le patate siano oggi il terzo ortaggio più consumato dalle famiglie italiane, dopo insalate e pomodori (indice di penetrazione 97%): se ne acquistano circa 6,3 milioni di quintali per un valore di 725 milioni di euro. 
Secondo le elaborazioni CSO su dati Eurostat, l'Italia nel 2012 ha importato patate per quasi 6 milioni di quintali, pari ad un valore di 126 milioni euro. La vera protagonista dell'export europeo è la Francia, oggi in grado di gestire notevoli quantità di prodotto da destinare oltre che al mercato italiano, a quello tedesco e spagnolo.
Dunque una situazione che deve essere attentamente analizzata non solo per evitare distorsioni di mercato ma soprattutto per garantire la giusta remunerazione per un prodotto che ha elevati costi di produzione. Il contratto quadro per la cessione delle patate da consumo fresco, stipulato in Emilia-Romagna fra le organizzazioni dei produttori, le organizzazioni cooperative e ì le ditte commerciali deve essere un modello da sviluppare per migliorare le relazioni economiche fra le imprese e tutelare la qualità delle produzione italiana di patate.   

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