CERNOBBIO, COLDIRETTI TRACCIA IL BILANCIO DI UN'ITALIA CHE PER LA RIPRESA PUNTA SULL’ALIMENTARE MENTRE LA CRISI CAMBIA LE ABITUDINI DI ACQUISTO

CERNOBBIO, COLDIRETTI TRACCIA IL BILANCIO DI UN'ITALIA CHE PER LA RIPRESA PUNTA SULL’ALIMENTARE MENTRE LA CRISI CAMBIA LE ABITUDINI DI ACQUISTO
Il 16% degli italiani conosce personalmente qualcuno che per indigenza è stato costretto a rubare nel 2013 e tra questi ben due su tre (66%) hanno sottratto prodotti alimentari. Ma il dato più sconcertante è che "oltre 2 milioni di famiglie non hanno oggi reddito a sufficienza neanche per l'indispensabile a vivere".
Questo è lo scenario emerso dall'indagine "La percezione della crisi e il made in Italy" realizzata da Coldiretti-Ixe e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato a Cernobbio e svoltosi il 18 e 19 ottobre scorsi.
Gli interventi del Ministro delle politiche agricole Nunzia de Girolamo e del presidente Sergio Marini hanno concluso la tredicesima edizione del forum. Il Ministro, inoltre, nel suo discorso ha rivendicato di aver rispettato quattro dei cinque impegni assunti all'assemblea della Coldiretti al Palalottomatica, che si tenne a pochi giorni dal suo insediamento. Marini, invece, ha ricordato il lavoro svolto in questi anni ribadendo che "se manca un obiettivo prevalgono paura e rassegnazione. Noi in agricoltura la visione l'abbiamo avuta". Inoltre, come anticipato all'inizio di ottobre, Sergio Marini ha formalizzato le sue dimissioni dalla presidenza di Coldiretti, annunciando la creazione di una Fondazione 'Italia Spa' per realizzare "un nuovo grande sogno italiano". La decisione di Marini è motivata dalla volontà di "portare l'esperienza della Coldiretti nella politica". Non sono stati forniti ulteriori dettagli e Marini ha rimandato ogni ulteriore particolare sulla Fondazione a una prossima conferenza stampa che si terrà a dicembre.
La ricerca presentata da Coldiretti ha evidenziato un cambiamento nel modo di fare la spesa. Addio al negozio di fiducia: con la crisi quasi la metà degli italiani (il 47 per cento) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca, improvvisandosi veri e propri "detective" della spesa. Aiutati da internet e da volantini, il 62 per cento va a caccia di sconti e offerte speciali e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno.
A cambiare sono anche le tipologie di prodotti che si mettono nel carrello, con il 49 per cento degli italiani che preferisce acquistare prodotti locali e solo l'11 per cento quelli di una grande marca nazionale, mentre per il 32 per cento è indifferente e guarda solo al prezzo o alla qualità.
Da segnalare la tenuta degli acquisti diretti dal produttore, al quale si rivolge regolarmente ben il 14 per cento degli italiani, il 45 per cento qualche volta, il 29 per cento raramente e solo il 12 per cento mai.
Sul fornte dei consumi, l'analisi illustrata da Coldiretti ha rilevato poi che tre italiani su quattro (77 per cento) continuano ad acquistare regolarmente o qualche volta prodotti a denominazione di origine e quasi la metà (45 per cento) prodotti biologici, ma il vero boom lo fanno registrare i prodotti low cost che il 47 per cento degli italiani acquista più frequentemente del passato. Si tratta di risultati che evidenziano una polarizzazione nei comportamenti, con una parte della popolazione che, preoccupata per la qualità dell'alimentazione, si rivolge a prodotti garantiti, ma una fetta consistente è costretta ad acquistare prodotti low cost che non danno le stesse garanzie.
Chi ha disponibilità di reddito consolida i propri stili, mentre chi si trova in difficoltà è spesso costretto a rinunciare. La situazione di crisi non fa abbandonare l'attenzione verso i più bisognosi ed aumentano gli acquisti di prodotti del commercio equo e solidale spesso provenienti da Paesi del terzo mondo che finiscono nel carrello del 38 per cento degli italiani mentre sembra sgonfiarsi anche il boom nei consumi dei prodotti etnici acquistati solo dal 24 per cento degli italiani, forse a causa dei recenti allarmi sanitari, ma anche - precisa la Coldiretti - per la scelta di privilegiare acquisti di prodotti nazionali per sostenere l'economia e l'occupazione in un difficile momento di crisi. Resta alta, nonostante la crisi, l'opposizione agli organismi geneticamente modificati che sono considerati meno salutari da ben il 67 per cento degli italiani.
Di notevole rilevanza è la considerazione che gli italiani hanno della ripresa: la maggioranza (il 54 per cento) considera la produzione di cibo il vero motore dell'economia, con un aumento dell'8 per cento rispetto allo scorso anno, e il 18 per cento punta sulla moda che rimane però stabile, mentre crolla del 33 per cento l'automobile, che si ferma al 10 per cento Il cibo e la moda sono anche considerati trainanti per l'immagine dell'Italia all'estero rispettivamente dal 45 e dal 38 per cento degli italiani.
"Una conferma della validità e della modernità del modello di sviluppo agricolo Made in Italy che è fondato sulla valorizzazione dell'identità, della qualità, delle specificità e che può rappresentare un riferimento anche per gli altri settori per affrontare e vincere la competizione internazionale", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "dentro l'agricoltura non c'è ancora un reddito adeguato ma c'è legittimamente quella visione di futuro e di prospettive e di fiducia che non c'è negli altri settori".
Il biglietto da visita dell'Italia è il cibo Made in Italy che può contare sulla leadership in Europa con 254 prodotti tipici a denominazione di origine riconosciuti (Dop/Igp), il maggior numero di aziende agricole biologiche (48.269 operatori) e la maggiore biodiversità con 57.468 specie animali e 12mila specie di flora. L'Italia - ha continuato la Coldiretti - è il primo esportatore mondiale in quantità di vino, pasta, kiwi, pesche, mele e pere, ma anche il principale produttori di pasta e ortofrutta.
Senza contare - continua la Coldiretti - il top di presenze per il turismo enogastronomico e quello ambientale, con 871 parchi ed aree protette che coprono il 10 per cento del territorio, ed il record di longevità, grazie alla dieta mediterranea e al fatto che l'Italia conquista il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento), risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità).
Non è un caso - sottolinea la Coldiretti - che quest'anno le esportazioni agroalimentari raggiungeranno il record storico di 34 miliardi (+7 per cento) e le multinazionali straniere vengono in Italia per acquisire i nostri marchi più prestigiosi. Ha infatti superato i 10 miliardi il valore dei marchi storici dell'agroalimentare italiano passati in mani straniere dall'inizio della crisi che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare.
Infine, restano forti le difficoltà finanziarie e la paura di restare senza occupazione. Il timore di perdere il lavoro è sentito da sette italiani su dieci, mentre più della metà, il 53%, ha paura di non riuscire ad avere un reddito sufficiente per mantenere la propria famiglia. "Per più di una famiglia italiana su quattro sarà quindi un autunno difficile di sacrifici economici", sottolinea la Coldiretti. Per quanto riguarda la situazione generale la percentuale di quanti sono pessimisti per il futuro e pensano che la situazione peggiorerà è pari al 35%. Al contrario, il 51% ritiene che non ci saranno cambiamenti mentre solo il 14% è convinto che ci sarà un miglioramento.

Fonte: Agi - Agroalimentare News - Agra Press