LA PROTESTA DEI FORCONI NON RISPARMIA IL PIANETA-ORTOFRUTTA: CENTRO AGROALIMENTARE DI TORINO ISOLATO, BLOCCHI IN 100 CITTÀ

LA PROTESTA DEI FORCONI NON RISPARMIA IL PIANETA-ORTOFRUTTA: CENTRO AGROALIMENTARE DI TORINO ISOLATO, BLOCCHI IN 100 CITTÀ
Disagi non di poco conto quelli che il settore ortofrutticolo ha dovuto affrontare a causa della protesta dei "Forconi" attuata dal "Coordinamento 9 dicembre" e ribattezzata "Fermiamo l'Italia", nata per contestare l'austerità e il governo Letta. Un centinaio le città coinvolte - sebbene con sfumature e conseguenze sensibilmente diverse - dall'iniziativa, cui hanno aderito in certi casi anche semplici cittadini e imprenditori. I blocchi stradali iniziati nella tarda serata di domenica 8 dicembre hanno impedito la normale circolazione della merce in quasi tutta Italia.
Particolarmente difficile la situazione a Torino, teatro di scontri e atti di violenza: il Centro agroalimentare Caat, indicato alla vigilia come uno degli obiettivi sensibili dai contestatori, è stato circondato. Ai Tir è stato consentito di scaricare frutta e verdura che però nessun camion ha potuto ritirare. Alcuni venditori all'ingrosso, avvisati, avevano fatto in modo di anticipare l'arrivo della merce, in modo che il terzo mercato all'ingrosso d'Italia (distribuisce tra i 20 e i 28 mila quintali al giorno destinati a Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Francia) fosse comunque rifornito. Ma il contenuto di pallet e cassette è rimasto all'interno della struttura.
"Me ne sono rimasto a casa, inutile andare in Mercato", la testimonianza del grossista Gianni Solavaggione. Che ne approfitta per uno sfogo personale: "Non so quanto potrà durare la protesta. So però che potrebbe essere un'occasione per far finalmente capire alla gente la stagionalità dei prodotti e ricreare un minimo di cultura alimentare, che sta purtroppo scomparendo".
Situazione relativamente tranquilla al Mercato di Genova; molti dei mezzi destinati al Centro agroalimentare del capoluogo ligure e parte di quelli che, una volta caricati, avrebbero dovuto portare le derrate Oltralpe, sono stati però fermati nelle vicinanze della frontiera. Nel mirino, in Liguria come in Piemonte, anche la strada ferrata: centinaia di manifestanti, poco dopo le 14, hanno occupato i binari della stazione di Genova Brignole; traffico ferroviario bloccato anche a Torino Porta Nuova e Porta Susa.
Nessun particolare problema al Centro agroalimentare di Verona nonostante il Veneto risulti una delle regioni più toccate dalla protesta con 19 presidi che hanno generato code e caos ai caselli autostradali di Vicenza Ovest, Montecchio Maggiore (Vicenza), Montebello (Vicenza) e Soave (Verona), chiusi per alcune ore. I manifestanti hanno messo di traverso i rispettivi mezzi pesanti nelle vicinanze degli accessi autostradali impedendo la circolazione. Risultato: gravi disagi al traffico anche sulla rete stradale ordinaria. Bloccata anche la tangenziale di Vicenza che corre parallela alla A4. Difficoltà nella mobilità stradale anche a Resana (Treviso) e Cittadella (Padova) dove la protesta si è concentrata sulla circonvallazione.
A sorpresa, il Governatore del Veneto ed ex ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia si è detto solidale con la protesta.
Importanti, e non prive di conseguenze sul trasporto di merce deperibili le manifestazioni inscenate nelle due grandi metropoli, Milano e Roma, così come quelle di Firenze e Bologna.
E'andata forse meglio del previsto in Sicilia - due anni fa simbolo della protesta -; nell'isola lo sciopero è stato sino al pomeriggio di ieri sostanzialmente "soft". A Palermo, però, alcuni manifestanti hanno bloccato la circolazione stradale.
Situazione relativamente tranquilla anche in Sardegna, mentre in Puglia, dove esponenti del Movimento dei Forconi avevano bloccato nella prima parte della giornata il traffico sulla tangenziale di Bari, una nota della Prefettura ha disposto "il divieto di assembramento degli automezzi" facendo evaporare la protesta. Iniziative si sono però registrate anche nel Foggiano e sulla statale tra Lecce e Brindisi. Presidi e volantinaggi, con conseguenti rallentamenti del traffico, si sono verificati tra Napoli e provincia.
Dal punto di vista delle richieste "politiche", Maurizio Longo, segretario generale dell'associazione TrasportoUnito, che coordina il fermo, ha caldeggiato le dimissioni del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Presidi permanenti, stando a Longo, sarebbero stati organizzati a Genova, Torino, Frosinone, Cagliari, Livorno, Siena, La Spezia, Brindisi, Verona, Barletta-Andria, Brescia, Latina, Salerno, Napoli e in tutta la Sicilia. (m.a)

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