CILIEGIE, DATI E TREND: CONSUMI IN CRESCITA ITALIA IN DECLINO NELLO SCACCHIERE MONDIALE

CILIEGIE, DATI E TREND: CONSUMI IN CRESCITA  ITALIA IN DECLINO NELLO SCACCHIERE MONDIALE
La ciliegia, frutto su cui si riversano grandi speranze per il rilancio del comparto, gode di percezioni interessanti per quanto riguarda il pensiero del consumatore e sembra addirittura non aver sofferto la crisi economica in fase di consumo. Questo frutto, che possiede una geografia di produzione molto concentrata a livello mondiale, presenta trend di consumo in controtendenza rispetto al comparto ortofrutticolo seguendo con vigoria la tendenza positiva dei “piccoli frutti”.

La produzione Mondiale, conduce la Turchia
Secondo i dati FAO, la produzione mondiale di ciliegie è stimata ad oltre 2 milioni di tonnellate con una concentrazione tra i paesi produttori molto significativa: basti pensare, infatti, che i primi 6 paesi raccolgono oltre il 60% del totale. Scendendo a un’analisi più approfondita, è la Turchia a guidare le produzioni mondiali con circa 450.000 tonnellate di prodotto, seguita a breve distanza dagli USA e dall’Iran. L’Italia non arriva a podio: secondo i dati, il nostro paese starebbe affrontando un declino strutturale delle produzioni dagli anni 60 a questa parte, perdendo così la propria leadership sulla coltura del ciliegio. 
Discorso diverso per la Spagna che, anche se lentamente, sta aumentando i propri volumi prodotti. Quest’ andamento fa presupporre che il nostro maggiore concorrente sorpassi a breve il Bel Paese. 


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Il Cile in grande aumento
Grazie all’innovazione tecnologica che passa dalle protezioni in campo al trattamento post raccolta, il Cile sta presentando grandi aumenti nelle produzioni di ciliegie e specialmente nell’export. La tecnologia, principalmente derivata dal nostro paese, permette infatti ai produttori cileni di esportare un prodotto “difficile” come la ciliegia dal Far East fino all’Europa. 

I flussi commerciali in Europa
Se in Europa i leader di produzione sono gli italiani, non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda l’esportazione. La Spagna, sempre secondo i dati FAO, esporta oltre 25.000 tonnellate contro le fluttuanti 10.000 italiane. Altri paesi influenti sono sicuramente l’Austria, la Germania e la Grecia.

I maggiori paesi importatori di ciliegie sono la Russia, di cui si considera anche la parte asiatica, e la storica Germania, che sta iniziando ad investire sulle proprie coltivazioni cerasicole. Seguono l’Austria, l’UK, la Francia e l’Italia.


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L’export Italiano nelle sue due fasi
Analizzando i dati forniti dall’Istat, si può notare come l’export italiano di ciliegie abbia attraversato due fasi distintive negli ultimi 25 anni
Nel decennio degli anni 90 si è osservata una bilancia commerciale sempre positiva con un export che ha toccato le 15.000 tonnellate e un import che si è abbassato fino a 2.500 tonnellate. 
Dagli anni 2000 si è assistito a un cambio di tendenza abbastanza netto: la bilancia commerciale, secondo le annate, ha sofferto di un andamento ondulatorio abbastanza instabile. Si sottolineano gli anni 2004 (-9.000 tonnellate) e 2009 (-6.000 tonnellate) per le peggiori performance.


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I canali per l’export italiano di ciliegie
Con un export di oltre 10.000 tonnellate, la stagione 2013 ha segnato una bilancia positivo dei flussi commerciali per circa 2.500 tonnellate. I maggiori canali di esportazione sono i paesi limitrofi all’Italia tra cui troviamo la Germania (42%) e la Svizzera (11%) che assorbono insieme più della metà del totale. 
I prezzi in esportazione, con una media di 3,7 €/kg, sottolineano una marcata diversificazione dei canali-Paesi. Si passa dai 4,5 – 4,4 €/kg per Svizzera e Belgio fino ad arrivare ai 1,9 €/kg della Lituania. 

Le produzioni italiane fluttuanti e le aree investite stabili
Secondo i dati Istat, nel 2013 in Italia si sono prodotte circa 140.000 tonnellate di ciliegie su quasi 30.000 ettari investiti, con le prime 5 Regioni che rappresentano il 92%. Il fenomeno di concentrazione produttivo, riscontrato sia a livello mondiale che europeo, è da sottolinearsi anche a livello italiano. 
La regione Puglia, infatti, detiene con le sue 65.793 tonnellate il 46% delle produzioni italiane e il 63% delle superfici investite. A grande distanza si trova la Campania con il 20% delle produzioni e l’11% degli ettari. In terza e quarta posizione il Veneto e l’Emilia-Romagna con le loro produzioni di Origine. 
Dall’inizio del millennio, le aree investite a ciliegio in Italia sono fluttuate stabilmente attorno ai 30.000 ettari mentre le produzioni, influenzate pesantemente dagli andamenti climatici, non presentano un vero e proprio trend, piuttosto turbolenze che hanno portato a picchi positivi nell’anno 2000 con 170.000 tonnellate e a picchi negativi come nel 2004 dove si è scesi sotto la soglia delle 100.000 tonnellate.


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Inutile sottolineare che la produzione di ciliegie italiana necessiterebbe di investimenti strutturali sulle orme di paesi come il Cile per cercare di stabilizzare la produzione ed assicurare forniture stabili; condizioni imperative per interloquire al meglio con le GDO italiane ed estere.

I consumi domestici della ciliegia si oppongono alla crisi
Stando ai dati dell’Osservatorio Macfrut-GfK elaborati da Agroter, i consumi nostrani di ciliegie stanno aumentando sia a volume che a valore. Negli ultimi 12 anni, le quantità consumate di ciliegie sono aumentate del 20% mentre l’indotto, senza considerare l’inflazione, è cresciuto di oltre il 60%. Dopo la turbolenza degli anni 2003-2004, dove si era assistito ad un calo produttivo con un relativo aumento di prezzi (4.80 €/kg nel 2004), i consumi a valore e a volume sono cresciuti costantemente, non accusando per nulla l’effetto congiunturale della crisi economica


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Quindi, nonostante il prodotto ciliegia soffra di un prezzo al kg abbastanza elevato (4.37 €/kg nel 2013), i consumatori hanno continuato a consumarne sempre più, lasciando trasparire che l'ortofrutta può andare ben oltre alla mera variabile prezzo.
 
Michele Dall’Olio
Marketing Specialist

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