OP AGRISICILIA, LE ALBICOCCHE PARTONO BENE MA E' IL FICO D'INDIA IL VERO "BIG" DELL'ESTATE. E LE SUPERFICI AUMENTANO

OP AGRISICILIA, LE ALBICOCCHE PARTONO BENE MA E' IL FICO D'INDIA IL VERO "BIG" DELL'ESTATE. E LE SUPERFICI AUMENTANO
AgriSicilia punta sul fico d’India per garantire reddito ai produttori associati. L’Op di Paternò (Catania), cui fanno riferimento 7 cooperative e 2 associazioni, ha iniziato in questi giorni la campagna delle albicocche che, insieme alle pesche, vengono coltivate su una cinquantina di ettari e stanno spuntando buoni prezzi iniziali; prodotto leader dell’estate è però, saldamente, proprio il fico d’India che anno dopo anno vede aumentare la superficie dedicata e assicura un buon ritorno economico.
“Siamo arrivati  a 300 ettari – spiega Salvatore Battiato, (nella foto), presidente di AgriSicilia – ma il dato è in costante aumento; il fatto è che nei cinque mesi di campagna produttiva e commerciale, da agosto sino a dicembre, i prezzi si mantengono costantemente su livelli interessanti, tra i 40 e i 50 centesimi alla produzione per arrivare a 1,50-2 euro al chilo sul mercato. Stiamo consigliando i nostri associati di orientarsi verso questa specie soprattutto nella zona pedemontana dell’Etna, dove il frutto beneficia della Dop, ma anche nell’areale di San Cono; qui il prodotto ha caratteristiche diverse ma è altrettanto apprezzato”. La resa per ettaro varia tra i 300 e i 350 quintali.
Oltre che nelle catene della distribuzione nazionale, il fico d’India della Op catanese viene indirizzato all’estero, dalla Germania alla Francia, dal Belgio all’Olanda ad altri Paesi europei; la quota-export si aggira attorno al 20% del totale.
“E’ l’unica produzione per la quale registriamo un incremento delle superfici – prosegue Battiato – perché le drupacee sono stabili, così come meloni e angurie”.
 
Agrumi, si punta ad allungare la stagione
Nel paniere di Op Agri Sicilia ci sono ovviamente anche gli agrumi (circa 2.000 gli ettari di riferimento), reduci da una stagione non certo memorabile ma neppure disastrosa: “Il prezzo medio si è abbassato ma abbiamo aumentato i volumi” commenta il presidente. “L’arancia rossa tiene le posizioni, nel complesso Tarocco, Moro e Sanguinello, che valgono l’85% del nostro paniere, riescono a spuntare quotazioni migliori rispetto alle varietà bionde, anche se la concorrenza di Grecia, Tunisia, Marocco, si fa sentire. Stiamo cercando di privilegiare i cloni tardivi in modo da allungare il periodo di commercializzazione del Tarocco sino ad aprile-maggio, periodo in cui il grosso dell’offerta è ormai esaurita. L’alternativa è “giocarsela” in anticipo, perché poi, quando subentra la Spagna con la Navelina e le altre varietà, si complica tutto…”.

Mirko Aldinucci
editor
mirko@italiafruit.net

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