Ballarò: «Anche l'ortofrutta ostaggio delle agromafie»

La testimonianza dell'imprenditore agrumicolo Caniglia. Martina: l'agroalimentare fa gola

Ballarò: «Anche l'ortofrutta ostaggio delle agromafie»
Expo, Italian sounding, sprechi alimentari, agromafie: Ballarò ne ha parlato martedì sera nel corso della puntata che ha visto tra gli ospiti di Rai 3 il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Sul primo punto si è parlato dell’opportunità che a sponsorizzare l’Esposizione Universale siano multinazionali come Coca Cola e Mc Donald’s (in studio l’Ad Roberto Masi ha difeso a spada tratta la salubrità e la qualità garantita dalla catena, citando anche l’offerta di mele della Val di Non); gli italiani, stando ai risultati del sondaggio proposto in trasmissione, sono contrari, “ma - è stato detto- questa non è una sagra di paese, è un grande evento su scala planetaria e in tale logica va pensato”.



Martina ha sostenuto poi che “sull’agroalimentare abbiamo una leadeship da giocarci: per le nostre caratteristiche siamo più esposti di altri alla contraffazione alimentare ” mentre lo scrittore Mauro Corona ha affermato che in Italia non esiste una cultura alimentare e che la politica non agevola le iniziative private di commercializzazione del food. Affermazioni contestate dal Ministro, che lo ha accusato di di demagogia.

Agromafie, un business da 15,4 miliardi di euro

Di particolare interesse per il settore ortofrutticolo, la parte riguardante le agromafie: un business da 15,4 miliardi di euro  secondo quanto emerge dal terzo Rapporto elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità in agricoltura presentato nei giorni scorsi.
"L'agroalimentare italiano fa gola perché ha il segno più, ci sono delle zone in questo Paese in cui il rischio di contaminazione mafiosa è alto", ha ammesso Martina.



Per approfondire il tema criminalità è stato mandato in onda un servizio intitolato “Le mani della mafia sul cibo” con un’intervista all’imprenditore del settore agrumicolo Mario Caniglia (nella foto di apertura): "Produce arance da 40 anni alla porte di Catania e da 16 anni vive sotto scorta per aver fatto arrestare i suoi estorsori del clan Santapaola", l'incipit.

"Il pizzo - ha spiegato Caniglia al giornalista di Ballarò - si può pagare sia con la mazzetta, sia prestando dei servizi, ad esempio il trasporto in esclusiva e la fornitura d’imballaggi o, ancora, con l’assunzione di persone…".

Trasporti e Mercati: così la malavita sfrutta il settore

Nel servizio viene riprodotto lo stralcio di una registrazione del dialogo tra due distributori siciliani di frutta e verdura coinvolti nell’operazione "Sud Pontino", che ha portato alla luce il sodalizio criminale tra i casalesi, i Mallardo e i corleonesi per la gestione di alcuni Mercati ortofrutticoli del Sud Italia. Secondo l'accusa, i clan campani fungevano da service per trasporti e logistica mentre i colleghi siciliani fornivano i prodotti agricoli. Un business che ha coinvolto boss di primo piano della mala italiana come il figlio di Totò Riina e il fratello Salvatore. Il processo è approdato nei giorni scorsi in Corte d’Appello.



Acqua passata? Non proprio, fa intendere Ballarò: “I segnali che giungono dal Mercato di Fondi non sono tranquillizzanti”, dice il magistrato Cesare Sirignano lasciando intendere come il problema criminalità non sia stato estirpato  Le telecamere di Rai 3 inquadrano quindi Antonio del Mof che, protetto dall’anonimato, spiega che nel settore dei trasporti i traffici illeciti proseguirebbero, anche ad ampio raggio (con la Spagna).

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