Il Mipaaf diventa Ministero dell'Agroalimentare

Ieri l'annuncio. I commenti di Fruitimprese, Fedagro, Alleanza delle Cooperative, Confagricoltura

Il Mipaaf diventa Ministero dell'Agroalimentare
Il Mipaaf volta pagina. Il ministero dell'Agricoltura assume il nome di ministero dell'Agroalimentare: lo ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi nel corso della presentazione di un protocollo tra il Ministero guidato da Maurizio Martina e Banca Intesa Sanpaolo.

La nuova denominazione è frutto della riforma Madia sulla semplificazione della Pubblica amministrazione, i cui decreti legislativi sono in dirittura d'arrivo. Ma può essere visto anche come riconoscimento per il lavoro svolto in questi mesi dal dicastero di via XX settembre in difesa dell'agroalimentare italiano: era stato del resto proprio Martina, lo scorso dicembre, a ventilare l'ipotesi di un unico ministero dell'agroalimentare. 

"Dobbiamo arrivare a 50 miliardi di export dell'agroalimentare", ha detto ieri Renzi. "In Italia l'agricoltura e l'agroalimentare non sono il passato del Paese ma la pagina più bella che scriveremo. In questo anni abbiamo perduto la sfida della filiera del valore del prezzo, perché non è stato fatto abbastanza. Dobbiamo far tornare di moda tutto ciò che è agricoltura ed agroalimentare".

Ma cosa potrà cambiare, in concreto, per l'agroalimentare e per il settore ortofrutticolo? Caute e in certi versi scettiche le reazioni del comparto: "La storia ci ha insegnato che non basta cambiare nome per rendere un Ministero efficiente, snello e, nel caso specifico, vicino alle imprese per favorire il loro sviluppo", sottolinea a Italiafruit News il coordinatore di Fruitimprese Carlo Bianchi. "Se insieme al nome cambieranno realmente le relazioni tra imprese e pubblica amministrazione in termini di burocrazia, di tutela e di attenzione alle esigenze di internazionalizzazione, saremo i primi a prenderne atto ed a congratularci con il Governo". 


Carlo Bianchi

"L'export del comparto ortofrutticolo, tra i più importanti nell'agroalimentare, anche nel 2015 è cresciuto ma in maniera troppo blanda rispetto all'obiettivo del Governo - aggiunge Bianchi -  per cui è necessario un cambiamento di rotta deciso sul versante delle barriere non tariffarie, dell'armonizzazione dei residui, della promozione".

"Riteniamo che nell'attuale contesto, sia molto interessante il protocollo siglato con l'Istituto Intesa San Paolo per favorire l'accesso al credito, gli investimenti e l'occupazione", conclude il coordinatore di Fruitimprese.

Per il presidente di Fedagromercati-Confcommercio Valentino Di Pisa, invece, “un Ministero dell’Agroalimentare rappresenta un’opportunità importantissima per tutte le imprese della filiera agroalimentare, dando ulteriore slancio ad un settore centrale per la nostra economia e per l’identità del sistema Paese". 


Valentino Di Pisa

"Con questa decisione - prosegue Di Pisa - il Mipaaf diventa chiaramente il punto di riferimento di tutti gli attori della filiera agroalimentare, fatto che la nostra federazione aspettava da tempo. Anche il ruolo degli operatori grossisti si rafforza, diventando di fatto un anello obbligato per la filiera nel fornire un servizio per i produttori e nel rappresentare un’opportunità per i consumatori".

Il leader di Fedagromercati, infine, si dice "pienamente d’accordo con l’obiettivo prefissato dal protocollo di intesa di generare processi di internazionalizzazione, favorire il ricambio generazionale e investire nella ricerca per valorizzare il prodotto made in Italy e l’operato delle nostre aziende; finalmente uno strumento concreto che aiuta le imprese ad ottenere una maggiore snellezza economica e finanziaria, e conseguentemente operativa”.

Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ritiene positivo il fatto che l'agricoltura venga vista in un'ottica di sistema, comprendendo anche l'agroalimentare e tutto ciò che ruota attorno a questo strategico comparto, in grado di garantire risultati importanti anche sul fronte dell'export a dispetto della crisi. "In concreto - aggiunge Vernocchi - ci auguriamo che questo passo contribuisca ad assicurare più attenzione al nostro mondo da parte della politica nazionale e comunitaria per affrontare e risolvere i numerosi problemi sul tappeto".


Davide Vernocchi

Soddisfatta anche Confagricoltura: "Rendere il Mipaaf un ministero per l’Agroalimentare è una proposta che avevamo lanciato nel 2013 in occasione della presentazione di uno studio sull’agronetwork realizzato con l’Università Luiss Guido Carli. Come avevamo sottolineato all’epoca, l’importante non sarà solo cambiare la denominazione, ma anche la fisionomia del dicastero, per farne un hub, un centro nevralgico per lo sviluppo dell’agroalimentare”.

L'accordo con Intesa Sanpaolo nel dettaglio

Per quanto riguarda l'accordo con Intesa Sanpaolo presentato ieri vengono messi a disposizione 6 miliardi di euro di credito in tre anni dedicati all'agroalimentare; stimati in 10 i miliardi di euro di investimenti potenzialmente attivabiliIl Protocollo di intesa ha come obiettivo principale quello di semplificare l'accesso al credito per le aziende dell'agroalimentare italiano. L'intento è quello di incrementare l'internazionalizzazione e valorizzare gli investimenti nelle filiere produttive, con un primo ambito di azione relativo peraltro al settore zootecnico e al sistema lattiero-caseario nazionale (quindi niente ortofrutta...). 

Le misure previste dall'accordo, sottolinea il Mipaaf, sono finalizzate a sostenere inoltre investimenti su temi chiave per il futuro del comparto come l'innovazione tecnologica, favorendo la nascita di start up, la digitalizzazione e l'e-commerce. Positivi i commenti delle principali organizzazioni e realtà del settore primario.