Da Noci di Romagna a Noci d'Italia

New Factor, San Martino e Agrintesa verso la creazione di un polo nazionale

Da Noci di Romagna a Noci d'Italia
E' in fase di messa a punto il progetto per lo sviluppo di una filiera nazionale della noce di alta qualità. Venerdì scorso le due aziende romagnole San Martino e New Factor, di proprietà di Alessandro Annibali, pioniere del settore della nocicoltura industriale, hanno annunciato l'avvio di una collaborazione strategica con Agrintesa, una delle più importanti cooperative ortofrutticole italiane, per espandere la produzione delle varietà Chandler, Howard, Lara e avviare un percorso di crescita comune.

Dall'Emilia Romagna, regione pilota con circa 300 ettari dedicati alla coltivazione moderna del noce (è in pieno sviluppo la produzione di Lara, ndr), le tre aziende puntano a dare vita a un polo di riferimento al servizio di produttori locali, ma anche veneti, piemontesi e di altre regioni vocate. Molti di questi hanno partecipato, proprio venerdì, alla 12° edizione della Giornata del Noce, tenutasi a Forlì nell'azienda agricola San Martino, punto di riferimento del progetto "Noci di Romagna" che oggi conta 150 ettari, di cui 50 di proprietà dell'azienda e circa 100 gestiti assieme ad altri produttori.

"Agrintesa – ha commentato il direttore Cristian Moretti – è entrata nel settore delle noci solo due anni fa, ma abbiamo già inserito 150 ettari di superfici e altri 50 sono stati opzionati per il 2017. Da mesi mi sto confrontando con Alessandro Annibali: entrambi crediamo che, aggregando sotto un'unica regia il maggior numero possibile di attori e tutte le fasi della filiera, potremo crescere più rapidamente, ottimizzare investimenti e costi e sviluppare insieme un progetto di marca delle noci italiane".
"Sarà molto importante – ha proseguito Moretti – non commettere errori nelle decisioni legate alla scelta varietale, alla difesa dei noceti, alle tecniche agronomiche e colturali, al disciplinare di produzione da adottare. Dovremo lavorare tanto per scrivere insieme un libro che ha ancora pagine bianche".

"Questo libro – gli ha fatto eco Alessandro Annibali – potrà contare sulla nostra lunghissima esperienza di successo. Dopo 18 anni di Noci di Romagna, San Martino e New Factor intendono essere i centravanti del nuovo progetto di filiera nazionale. A tale proposito nei prossimi anni – ha proseguito l'imprenditore – investiremo 3,5 milioni di euro per mettere a dimora nuovi impianti e 1,5 milioni per potenziare il centro di lavorazione della San Martino".



"Proprio alla San Martino – ha detto Alessandro Zampagna, direttore operativo di New Factor – realizzeremo un nuovo capannone, utilizzeremo nuove tecnologie per la selezione, installeremo essiccatoi più performanti e una nuova linea di sgusciatura. Gli investimenti sono già iniziati e saranno completati nell'arco di tre anni, con l'obiettivo di servire 500 ettari di noceti. Con la crescita del progetto, poi, potranno nascere altri centri di lavorazione basati sul modello della San Martino. New Factor, come braccio commerciale, conferma l'impegno a commercializzare la produzione della filiera. In questo modo le aziende che aderiscono hanno un pieno sostegno in tutte le fasi: dalla produzione, alla lavorazione, fino alla vendita".

Nelle prossime settimane, Banca Intesa San Paolo preparerà un prospetto di investimento "ad hoc" per gli agricoltori interessati a puntare sulla nocicoltura industriale.
Le opportunità di mercato, oltretutto, sono molto interessanti: oggi la produzione italiana copre meno di un terzo della domanda domestica e solo una piccola parte dell'offerta è rappresentata da noci di alta qualità. "In Italia si consumano 50mila tonnellate di noci all'anno; in Europa 500mila all'anno: l'80% di questi volumi è importato principalmente da California e Cile", ha sottolineato Annibali. "Non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto Moretti – che nel nostro Paese il consumo è in continua crescita. I consumatori attuali e futuri, inoltre, rivolgeranno sempre di più le loro preferenze verso un prodotto di origine nazionale".

"Anche altri Paesi europei (Ucraina, Moldavia, Francia e Turchia) e dell'Emisfero sud (Australia, Cile e Sudafrica) – ha posto l'accento Annibali – stanno introducendo nuovi impianti, oltre alla California che, però, sta rallentando lo sviluppo vista la forte crescita produttiva che c'è stata negli ultimi 10 anni e che è prevista per il prossimo quinquennio con l'entrata in produzione di giovani noceti. L'offerta sta crescendo rapidamente anche se la domanda continua a tirare. La nostra volontà è quella di garantire agli agricoltori che ci seguiranno un prezzo fisso, non influenzabile da logiche di mercato".

"In questa stagione – ha concluso l'imprenditore – la produzione emiliano-romagnola è stimata in calo rispetto all'anno precedente, ma spicca la qualità eccezionale. Finora più del 90% delle noci raccolte sono extra light".

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