«Le ditte sementiere? Non più solo breeder»

Silvestrelli (Rijk Zwaan Italia) spiega il ruolo di filiera dell'azienda

«Le ditte sementiere? Non più solo breeder»
In un settore vocato – per natura e per necessità – all’innovazione, le ditte sementiere sono destinate al miglioramento, genetico e no. Sull’evoluzione del ruolo di queste aziende Italiafruit News parla con Alessandro Silvestrelli (nella foto sotto), managing director di Rijk Zwaan Italia.
“In un contesto che possiamo considerare total business – dice il manager – siamo un pezzo importante del puzzle che rappresenta la filiera. Certo, la categoria è sempre la sementiera, ma la visione di mercato è cambiata: c’è chi crede ancora in un approccio tradizionale volto allo sviluppo della produzione e chi, invece, intende allargare alla filiera; insomma, non essere più solo breeder ma anche influencer”.



“Per quel che riguarda Rijk Zwaan – continua Silvestrelli - ci riconosciamo nel secondo modello e per questo abbiamo adottato una serie di strategie di lungo termine. Abbiamo un potere enorme, creare varietà che soddisfino il mercato. Ma, se non si ha potere a tutto tondo, è difficile attirare l’attenzione di trader e consumatori”.

La prima sfida è il cambiamento. “Tanti aspetti del nostro lavoro cambiano velocemente – osserva Silvestrelli – a cominciare dalla comunicazione e il packaging, che è imprescindibile per la riconoscibilità del prodotto. Ecco allora che il nostro compito diventa anche aggiornare, istruire le aziende per arrivare al consumatore, colui che tutti vorremmo catturare. Non è un’impresa facile. Quello che proponiamo oggi non basta, il retail forse è ancora chiuso da dinamiche che non lasciano vedere le opportunità e, allo stesso tempo, il consumatore non è ancora consapevole del proprio potere e non crea pressione sul retail. Solo se avrà consapevolezza della propria forza potrà obbligarci a modificare alcuni passaggi”.

Un ragionamento che riguarda in modo particolare i nostri connazionali. “Gli italiani – spiega il manager di Rijk Zwaan – sono ancora poco coscienti e poco determinati nelle scelte. In paesi come gli Stati Uniti, la distribuzione è più avanti, sia nel rapporto con i produttori che nella gestione dei brand”.

Rijk Zwaan non è un semplice breeder sementiero, da tempo infatti ha deciso di rivestire un ruolo centrale nei rapporti di filiera. Basta pensare a LovemySalad, il social network interamente dedicato agli appassionati di verdure, che ha permesso all’azienda olandese di “allargare” le attività dal settore orticolo alla società intera, incentivando il consumo di ortaggi a livello mondiale.


Una inquadratura del Retail point center di Sabaudia

La novità del momento, però, è il “Retail point center”, creato prima nella Trial Station di Ragusa (nella foto di apertura), in Sicilia, e, più recentemente, anche in quella di Sabaudia (Latina). Un ambiente che apparentemente ricorda il supermercato ma, in più, suggerisce modalità di posizionamento della merce in un’ottica di gestione e valorizzazione al consumo. “Per noi – dichiara Silvestrelli – è importante comprendere il sistema, fare assaggiare il prodotto proveniente direttamente dalle serre, capire meglio come esporlo”. 

E ancora, i social sono un ottimo punto di osservazione, per comprendere nuovi trend e percepito del consumatore. “In un futuro prossimo – conclude Silvestrelli – impatteranno tutta la filiera. Anche l’e-commerce si diffonderà e riuscirà a prendersi una buona fetta di mercato. Per noi sono tutte occasioni da cogliere, opportunità per creare prodotti su misura delle esigenze del cliente finale”.

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