Attualità
Al «nuovo» consumatore la Gdo piace. Ma vuole qualcosa in più
Presentata ieri a Roma la ricerca Censis sul ruolo della distribuzione
Iperinformati, infedeli, amanti di consumi salutisti, etici, di pregio, sapienti utilizzatori di canali d’acquisto fisici e digitali in un mix che sta cambiando e cambierà per sempre il modo di acquistare: questo l’identikit del “nuovo” consumatore stando alla ricerca del Censis "Lo sviluppo italiano e il ruolo sociale della distribuzione moderna organizzata", presentata ieri a Roma da Francesco Maietta, responsabile dell'area politiche sociali del Censis, e commentata tra gli altri da Giorgio Santambrogio, presidente di Adm, Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, Renato Brunetta, membro della Commissione Bilancio e Tesoro della Camera dei Deputati, Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis (nella foto un momento della presentazione).
In un contesto in cui torna a crescere la spesa (nel primo trimestre 2017 i consumi complessivi delle famiglie hanno registrato l'incremento più elevato dal 1999 sul trimestre precedente, 1,3% e l'incremento annuo, 2,6%, più alto dal 2011) si registrano tanti cambiamenti ma anche qualche conferma: la distribuzione moderna organizzata (supermercati, ipermercati, centri commerciali, grandi magazzini e grandi superfici specializzate) resta infatti il luogo d'elezione dove fare la spesa, anche e soprattutto per l’alimentare.
Consumatore infedele e iperinformato
Numerosi i dati snocciolati dal Censis. Il 60,3% degli italiani che si rivolgono alla distribuzione moderna organizzata per fare la spesa alimentare è infedele sia al punto vendita, sia all'insegna della catena: acquista dove più conviene.
Sono invece 31,7 milioni gli italiani maggiorenni che nell'ultimo anno hanno letto i giudizi sui prodotti nei social network e nei blog per decidere se e cosa acquistare (10,7 milioni lo fanno regolarmente). Il consumatore diventa esso stesso produttore di informazioni, con 20,4 milioni di italiani (6,2 milioni regolarmente) che hanno pubblicato post su siti web o social network con commenti personali o con il racconto di proprie esperienze relative a prodotti, spese, luoghi della grande distribuzione. Il nuovo consumatore è un abile utilizzatore sia dei canali informativi tradizionali, sia di quelli digitali, con 46,8 milioni di italiani (29,7 milioni regolarmente) che nell'ultimo anno sono venuti a conoscenza di promozioni e offerte dai volantini cartacei e 26,7 milioni (10,7 milioni regolarmente) da app scaricate sugli smartphone.
Scaltri "combinatori" di canali d'acquisto fisici e digitali
Lo studio Censis evidenzia poi che sono 30,5 milioni gli italiani (8,8 milioni regolarmente) che nell'ultimo anno hanno visto o verificato un prodotto nei negozi fisici e poi lo hanno acquistato sul web. E ancora, sono 19,6 milioni (5,4 milioni regolarmente) quelli che hanno ordinato prodotti tramite il web e poi li hanno ritirati presso il punto vendita. Sono 14,4 milioni (5,7 milioni regolarmente) quelli che si sono fatti consegnare la spesa a casa dopo averla ordinata per telefono o sul web. E poi 46,6 milioni di italiani (24,5 milioni regolarmente) hanno fatto lo shopping classico, guardando le vetrine e recandosi nei negozi. Sono indicatori di una sapiente combinazione di fisico e virtuale che, si legge nella ricerca, fa saltare le mura dei punti vendita e potenzia le facoltà individuali di valutazione e scelta.
La grande distribuzione accontenta
La distribuzione moderna organizzata resta in ogni caso punto di riferimento. Per diverse ragioni. Innanzitutto per la convenienza, visto che il 91% degli italiani (il 94,6% tra le persone a basso reddito) ritiene importante poter fare la spesa in questi punti vendita per preservare il proprio tenore di vita (il 25,9% degli italiani lo ha conservato grazie alle offerte e promozioni della grande distribuzione, il 54,5% ha attutito le difficoltà di reddito usufruendo delle favorevoli condizioni di vendita praticate e il 10,6% ha tagliato i proprio consumi meno di quanto avrebbe dovuto grazie proprio alle scelte "democratiche" dei supermercati).
E poi risponde alle nuove esigenze di consumi salutisti, etici e di qualità, visto che 46,1 milioni di italiani (17 milioni regolarmente) acquistano nei supermercati prodotti Dop e Igp, 39,8 milioni (13,5 milioni regolarmente) i prodotti biologici (carne, frutta e verdura), 38,6 milioni (9,4 milioni regolarmente) i prodotti alimentari del commercio equo e solidale, 25 milioni (8,7 milioni regolarmente) prodotti per particolari esigenze (gluten free o per l'infanzia), 31,7 milioni (5,9 milioni regolarmente) prodotti etnici. E vanno bene anche per i prodotti di gamma medio-alta, su cui spendere qualche euro in più, visto che 42,2 milioni di italiani (12,9 milioni regolarmente) acquistano nei supermercati vini e formaggi pregiati.
Il punto vendita del futuro
Le aspettative degli italiani per il futuro puntano ad avere negozi della grande distribuzione con nuovi prodotti e servizi a prezzi competitivi (farmaci, carburanti, polizze assicurative), coupon personalizzati da scontare subito alla cassa (42,3%), personale preparato e disponibile che aiuti a capire e scegliere velocemente (33,3%), modalità più rapide e semplici di pagamento (29,2%), orari di apertura più flessibili e prolungati (sera tardi, domeniche, festivi: 25,9%), offerte personalizzate recapitate in tempo reale sullo smartphone (21,4%), disponibilità di servizi utili (posta, banca, lavanderia: 21,1%), il wi-fi (17,8%). Poter scegliere in modo sempre più informato per consumi personalizzati: è questo, in definitiva, il futuro del consumo a cui deve rispondere la distribuzione moderna organizzata 4.0. Ed è opportuno tenerne conto.