Due brevetti contro la batteriosi del kiwi

Arrivano dall'Università di Verona, che ha analizzato i possibili effetti anti-depressivi del frutto

Due brevetti contro la batteriosi del kiwi
Due brevetti per mettere in ginocchio la batteriosi del kiwi sono stati presentati venerdì  dall’Università di Verona. Il progetto di innovazione per la difesa della pianta del kiwi e per la valorizzazione dei suoi frutti, iniziato nel 2015, approvato dalla Regione del Veneto e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo scaligero, si è concluso con risultati importanti che potranno essere di aiuto ai produttori per disporre di metodi innovativi e soluzioni operative valide nel controllo della "Psa". Tra gli obiettivi, anche la riduzione dell’impiego del rame per limitare sia l’impatto ambientale, sia il rischio di insorgenza e diffusione di casi isolati casi.

“Il cancro batterico del kiwi si potrà presto curare grazie ai risultati ottenuti esplorando le potenzialità delle sostanze naturali nel bloccare le infezioni batteriche”, ha affermato Annalisa Polverari, coordinatrice del laboratorio di Fitopatologia scaligero, presentando il progetto nella sala congressi di VeronaMercato. “Da una parte abbiamo usato estratti di tè verde, che si sono dimostrati efficaci nel controllo della Psa in condizioni sperimentali - ha proseguito la ricercatrice - dall'altra è stata usata una lista di molecole naturali, metaboliti secondari vegetali di origine fenolica che, senza uccidere il batterio, riescono ad inibirne i meccanismi di aggressione”.  Per Polverari, “l’utilità di queste scoperte, registrate in due brevetti, potrebbe rivelarsi anche nella difesa da altre batteriosi pericolose”. 

Ma la ricerca è andata oltre le patologie, approfondendo l'effetto del frutto nei confronti del cervello umano: il laboratorio veronese di Biologia vegetale e metabolica, utilizzando un campione di 250 volontari che hanno assunto i frutti per cinque settimane, ha verificato come il kiwi abbia un'azione "attivante" sulle emozioni. E assunto nelle dosi e nei tempi previsti dalla sperimentazione (due-tre kiwi ogni giorno), potrebbe anche esercitare una notevole attività antidepressiva

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