Bag-in-box e ortofrutta, un'opportunità?

Autogrill vende il succo di mela nel particolare contenitore per un mantenimento ottimale

Bag-in-box e ortofrutta, un'opportunità?
Un'interessante utilizzo della tecnologia nel packaging applicata all'ortofrutta trasformata: è quella che Italiafruit News ha notato in un Autogrill dell'A14 nei giorni scorsi, dove ha "scovato" una confezione di succo di mela da tre litri in Bag-in-box.

Il prodotto a marchio "Magdalene" (proveniente dall'azienda Eco Fruit Sp., Polonia) era esposto e "massificato" nel corridoio che costeggia il bar dell'autogrill e presentava un cartello con evidenziato uno sconto del 50%. Il prezzo dimezzato, ovvero 5,99 euro per ogni confezione da tre litri, è abbastanza in linea con il prezzo del succo di mela in bottiglia che si può trovare nei reparti ortofrutta della Gdo. Mentre il valore di "partenza", 11,98 euro, corrispondente a quasi quattro euro il litro, è ampiamente al di sopra della media.



Quello però che fa la differenza, e che attira l'attenzione giustificando in parte un prezzo di partenza così elevato, è la confezione utilizzata cioè il Bag-in-box (abbreviato B-i-b). Quello che non si vede del B-i-b è quello che c'è dentro. Bag-in-box, tradotto, significa letteralmente «sacca nelle scatola». Grazie a questa sacca in plastica che si svuota per depressione con un particolare rubinetto che mantiene ermetico l'interno, l'aria non può entrare a contatto con il liquido, garantendo un mantenimento ottimale per diversi giorni anche dopo il primo utilizzo (14 giorni, come scritto nella confezione). Chiude il cerchio la scatola in cartone che protegge la sacca e facilita lo stoccaggio e l'utilizzo. È possibile, infatti, tenerlo anche appoggiato al piano del frigorifero e servirsi dal rubinetto direttamente con il bicchiere.



Le controindicazioni del B-i-b sono legate all'alto costo della tecnologia che in genere viene giustificata da elevate battute di cassa, quindi anche da formati importanti. Nel mondo del vino è un "must" all'estero e anche in Italia sta cominciando ad essere sempre più utilizzata dai consumatori, anche se spesso all'oscuro delle caratteristiche tecniche del pack.
Quanto al prodotto, è da notare la caratterizzazione ben fatta, facilitata dall'ampio spazio disponibile.



C'è da chiedersi quali altri utilizzi potrebbero interessare l'ortofrutta, considerando i prodotti liquidi ad oggi sugli scaffali: spremute, succhi ed estratti freschi, ma in confezioni monouso. Potrebbe funzionare una confezione famiglia per la spremuta fresca? Magari qualche rivoluzionario produttore potrebbe cimentarsi. Resta da vedere, quindi, se questa tecnologia si svilupperà anche in ambito ortofrutticolo.

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