Finocchi, Primo Sole rinnova con Augusto

Giuseppe Appio spiega la scelta varietale della coop lucana

Finocchi, Primo Sole rinnova con Augusto
Fondata nel 1996, la Coop Primo Sole oggi è un’Organizzazione di produttori con una superficie complessiva di circa 400 ettari, perlopiù nell'areale del Metapontino.
Da ottobre a maggio su quasi 200 ettari coltiva finocchi, coltura nella quale è specializzata grazie anche a terreni particolarmente vocati. L’ortaggio è lavorato nello stabilimento aziendale di 1.600 metri quadrati, fornito di linee di lavorazione con calibratrice elettronica e di tre celle frigorifere.

Il 60-70% della produzione è indirizzata all’estero. “Di questa quota, il 70% va in Svizzera – spiega Giuseppe Appio, amministratore della Coop Primo Sole - Poi serviamo Germania, Francia, Paesi Bassi, Danimarca e, negli ultimi tempi con quote crescenti, anche i Paesi scandinavi. Il rimanente 30% è destinato alla Gdo italiana (20-25%, ndr) e, in minima parte, ai mercati generali”.



“Dopo qualche anno di test, molto positivi, nel 2018 abbiamo riservato quattro ettari alla coltivazione del finocchio Augusto – racconta Appio - E i risultati sono molto soddisfacenti. Abbiamo fatto tre trapianti che corrispondono a tre differenti raccolte. Il 20 gennaio abbiamo raccolto il primo trapianto, ora stiamo terminando il secondo, mentre il terzo sarà pronto verso il 10-15 marzo. Augusto, quindi, ci garantisce 60 giorni di raccolta”.

Da un punto di vista agronomico la pianta è molto resistente: cresce velocemente, non si ammala. “Anche se quest’anno ci sono state condizioni particolari, senza pioggia e freddo, rispetto alle altre cultivar si è dimostrata molto resistente – dice Appio – Elevate anche le performance produttive. Con 65mila piante trapiantate a ettaro, abbiamo avuto una raccolta media di 45 tonnellate. Buona anche la resa in magazzino; se, infatti, durante la lavorazione arriviamo a un 38-40% del totale, con Augusto siamo saliti al 43-45%. Ottima, poi, la tenuta post-raccolta”.



Si tratta di un prodotto ideale per l’export. “Il grumolo tondo e bianco stacca nettamente dalla costa di un bel verde brillante – dice Appio – Un contrasto che all’estero è molto apprezzato, perché associato alla freschezza. In Italia il verde delle canne potrebbe far pensare a un prodotto non maturo, ma la dolcezza e la pezzatura fanno subito cambiare idea”.
Dolce, croccante e aromatico, Augusto si presta bene sia al consumo fresco, sia alla cottura, perché non si sfalda e resta compatto.



A seconda dei Paesi di destinazione, cambiano le preferenze per pezzature e confezioni. Che Coop Primo Sole asseconda. Le casse sono in cartone o in plastica 40x60 da 17/21 pezzi con peso di sei chili (è il caso della Svizzera che predilige il prodotto giovane, non molto maturo), oppure (sempre in cartone o in plastica) 30x40 da dieci pezzi per tre chili e, infine, il “tradizionale italiano” (che piace ai nostri connazionali, ma anche in Germania e Francia): 30x50 da dieci pezzi, con peso minimo di cinque chili. Il bauletto da due chili, indipendentemente dalle pezzature, va bene in Svezia e Norvegia. Non manca la versione confezionata: dai due ai quattro pezzi, peso uscente, oppure in pack da 500 grammi da due pezzi, peso fisso garantito.

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