La primavera può attendere: Burian fa il bis

Ancora freddo e neve dal 20 marzo. In Spagna intanto la tempesta Emma falcidia i frutti rossi

La primavera può attendere: Burian fa il bis
La primavera può attendere: dopo “Burian”, che ha duramente colpito l’Italia la settimana scorsa, i meteorologi scommettono sull’arrivo di “Burian bis” che potrebbe riversarsi sulla Penisola proprio quando il calendario sancirà il passaggio di consegne con l’inverno, tra il 20 e il 21 marzo. Le previsioni di medio lungo termine non sempre c’azzeccanno, ma i modelli previsionali parlano chiaro: il mese di marzo sarà decisamente poco primaverile.

“Quello che ci propone il modello internazionale americano Gfs - il parere degli esperti del sito ilMeteo.it - è a dir poco allarmante: aria gelida dalla Russia potrebbe tornare il giorno dell’equinozio di primavera portando ancora una volta la neve in pianura sulle regioni settentrionali”.

Precipitazioni e temperature sotto la media ancora per un bel po’ insomma: per il Servizio meteo dell’Areonautica, sarà così dal 19 al 25 marzo. Le previsioni per Pasqua e Pasquetta 2018 indicano uno scenario caratterizzato da irruzioni fredde e nevose fino ad aprile, il classico colpo di coda dell'inverno. Tra la fine di marzo ed i primi giorni di aprile il tempo sarà caratterizzato da forte instabilità con temporali al CentroSud, neve a bassa quota sulle Alpi e anche sull'Appennino centrale tosco-emiliano

Un’altra spada di Damocle per i produttori e in generale per gli operatori che lavorano a monte della filiera ortofrutticolo, “reduci” dall’eccezionale ondata di maltempo dei giorni scorsi: le stime fornite dalle organizzazioni agricole italiane indicano danni per 500 milioni di euro circa a carico del settore primario tra conseguenze dirette sulle coltivazioni, sulle serre e maggiori costi energetici.



Per la filiera dell'ortofrutta ad avere la peggio - come ha scritto Italiafruit News nei giorni scorsi - sono state le verdure, come broccoli, cavoli verza, finocchi, carciofi e fragole già pronte per la raccolta, ma anche le albicocche che risultavano in stato di fioritura in molti areali. Alleanza delle cooperative italiane ha sottolineato che il gelo ha bruciato il 30% del raccolto di orticole di nove regioni: Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Veneto nel Nord; Toscana e Lazio nel Centro; Puglia, Campania e Sardegna nel Meridione. Eventuali danni sui frutteti potranno essere valutati solo nelle prossime settimane. E poi ci sono le conseguenze, altrettanto pesanti, sui settori della logistica e dei trasporti, sottoposti a blocchi che hanno penalizzato la distribuzione e l’attività delle imprese.

Se l’Italia piange, la Spagna non ride: fragole e altri “frutti rossi” dell’area di Huelva sono finiti nel mirino della tempesta “Emma”, che si è presentata con raffiche di vento a 100 chilometri l’ora. Colpiti circa 1.130 ettari e le produzioni di quasi 1.300 serre. Emma ha attraversato anche le Isole Canarie, non risparmiando serre e colture tropicali: coinvolti in questo caso circa 1.600 ettari, anche se con danni apparentemente minori.

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