La mini-tassa sui sacchetti «ripulisce» il mare toscano

Al progetto virtuoso partecipa Coop.fi, che lancia una campagna nei reparti ortofrutta

La mini-tassa sui sacchetti «ripulisce» il mare toscano
La mini-tassa sui sacchetti biodegradabili per ortofrutta può essere un buon modo per favorire la conservazione dell'ambiente marino. L'idea è di Unicoop Firenze che ha cominciato a destinare il centesimo che soci e clienti pagano per le bustine in Mater-Bi alla pulizia del Parco marino nazionale dell'Arcipelago toscano, fra le province di Livorno e Grosseto. La catena distributiva, infatti, collabora al progetto sperimentale "Arcipelago Pulito" cui partecipano, tra le aziende toscane, anche il Gruppo Cft e l'impresa di raccolta di rifiuti Revet. 

Nei prossimi sei mesi, le plastiche che finiscono nelle reti di raccolta dei pescatori saranno depositate in porto, classificate e destinate al riciclaggio. Una piccola rivoluzione, perchè l'attuale normativa definisce il rifiuto marino come "speciale": ciò vieta ai pescatori di riportarlo in porto come un normale rifiuto, pena multe salate.

Coop.fi ha pensato bene di comunicare l'iniziativa - sostenuta da Legambiente, ministero dell'Ambiente e Regione Toscana - in negozio, con una campagna pubblicitaria che "gioca" molto sulla territorialità e sulle ricadute positive per l'ambiente e la collettività. "Trasformiamo il tuo centesimo in un mare più pulito" è lo slogan promosso nei reparti ortofrutta, con cartelloni e materiale informativo dedicato. "Il ricavato dei sacchetti biodegradabili in Mater-Bi - si sottolinea - ci aiuta a rendere più pulito il nostro mare".

"Molti dei rifiuti plastici - come spiega un articolo dell'Informatore, la rivista mensile di Unicoop Firenze - finiscono in mare. La questione della presenza di rifiuti solidi in ambiente marino riguarda ancor più il mar Mediterraneo, particolarmente a rischio perché mare chiuso: si stima che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare nostrum e alcuni studi hanno rilevato che il 95% dei rifiuti galleggianti nel mar Tirreno sono di plastica. Di questi circa il 41% è costituito da buste e frammenti vari. In questa situazione - conclude l'articolo - il ruolo che possono rivestire i pescatori nella loro attività ittica è un primo, incoraggiante segnale di cambio di rotta".

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