Il progetto Nocciola Italia approda in Umbria

Il progetto Nocciola Italia approda in Umbria
Se ne parlava da tempo, ma da quanto è emerso dalle cronache dei giorni scorsi sembra ormai quasi tutto fatto. Con il progetto Nocciola Italia, Ferrero approda infatti anche in Umbria con una nocciola di qualità e una filiera sostenibile, tutta italiana, a supporto dell’intero comparto agricolo della regione. Produrre nocciole di qualità può diventare quindi una concreta opportunità di riconversione e valorizzazione di ampie superfici del territorio agricolo umbro. Presentato ad Agriumbria, il Progetto nazionale di filiera corilicola può trovare “terreno fertile” grazie ai modelli di aggregazione agricola esistenti in regione.

Durante Agriumbria, è stato presentato, in un convegno promosso da Confagricoltura Umbria, il progetto di filiera corilicola Nocciola Italia di Ferrero Hazelnut Company, la divisione interna del Gruppo Ferrero interamente dedicata alla nocciola che mira a sviluppare una produzione corilicola 100% italiana, attraverso la creazione di un sistema di sviluppo territoriale, condiviso con gli attori della filiera, attraverso un sostegno agli imprenditori agricoli italiani. L’Italia – è stato ricordato – è il secondo produttore mondiale di nocciole, con ottime prospettive di crescita grazie ad un territorio particolarmente vocato alla coltivazione di nocciole di qualità.

Il Progetto Nocciola Italia, intende creare le condizioni per una concreta opportunità di riconversione e valorizzazione di ampie superfici del territorio seguendo i princìpi cardine di: valorizzazione vivaistica, fondamentale per costituire nuovi frutteti con le opportune garanzie fitosanitarie e di futura redditività; qualificazione terreni, per produrre mappe di vocazionalità in accordo con le Regioni proprietarie dei dati di base ed individuare così i migliori areali da destinare a questa nuova filiera; tracciabilità e sostenibilità, caratteristiche fondamentali per la valorizzazione delle produzioni di una agricoltura che guarda al futuro; accordo di filiera, per sostenere il progetto mediante un impegno all’acquisto delle produzioni nel lungo periodo.

Il convegno ‘Progetto Nocciola Italia. Un Futuro da coltivare insieme’, ha visto a confronto i protagonisti della filiera corilicola. Confagricoltura Umbria, l’altro organizzatore del convegno, si pone come volano di divulgazione del Progetto Nocciola Italia come opportunità per l’impresa agricola umbra, in alternativa a coltivazioni tradizionali, come cereali e oleaginose, in aziende organizzate e in terreni fertili, vocati e con possibilità di irrigazione. Inoltre – spiega Confagricoltura Umbria – il territorio umbro offre esempi importanti di aggregazione agricola al fine di garantire un serio rapporto con il partner industriale in termini di tracciabilità, sostenibilità ambientale ed economica e buone pratiche agricole: solo attraverso raggruppamenti organizzati si possono garantire economie di scala, servizi a costi competitivi e trasparenza nei conferimenti.

L’Italia rappresenta oggi il secondo player a livello mondiale con una quota di mercato di circa il 12% della produzione globale di nocciola e segue a distanza la Turchia che rappresenta il 70% del mercato complessivo. Ad oggi in Italia vengono dedicati oltre 70mila ettari di terreno alla coltura della nocciola, con una produzione media di nocciola in guscio di circa 110mila tonnellate/anno (dato medio/anno ultimi 10 anni). A livello nazionale, l’obiettivo auspicato dal Piano Nocciola Italia è quello che, entro il 2025, 20mila ettari di nuove piantagioni di noccioleto (+30% circa dell’attuale superficie) possano essere sviluppate. Sebbene la Ferrero Hazelnut Company soddisfi i propri bisogni di nocciole fornendosi da aree produttive localizzate in varie parti del mondo, mediante il Progetto Nocciola Italia una specifica attenzione sarà rivolta alla produzione italiana e da oggi anche a quella umbra. Ferrero Hazelnut Company – è stato sottolineato – mette poi a disposizione di tutta la filiera il proprio Know How, basato su una lunga tradizione e conoscenza del settore corilicolo.

Fonte: Umbria24.it